Lettera-appello ai Ministri dei Beni Culturali, dell’Ambiente e dell’Agricoltura per la tutela dei boschi 

Roma, 11 novembre 2020

Egregi Ministri, da alcuni anni nella società civile sta crescendo la sensibilità per il paesaggio forestale, spesso deturpato da un tipo di selvicoltura non rispettosa degli aspetti ambientali e paesaggistici espressi dalle foreste. Ormai è consolidato e metabolizzato dal nostro ordinamento giuridico l’orientamento della Corte Costituzionale, che ha sottolineato proprio come ambiente e paesaggio siano beni comuni immateriali di preminente interesse pubblico, la cui salvaguardia deve costituire un limite all’utilizzo del legno prodotto dalle foreste.

Questo concetto giuridico non è tuttavia ancora pienamente recepito dalla legislazione vigente, che è tendenzialmente orientata a coordinare le numerose e discordanti legislazioni regionali nella comune visione del bene foresta inteso come risorsa economica da sfruttare, seppur nella dovuta regolamentazione.

La recente approvazione del TUFF (Dlgs 34 del 2018) ha bene espresso il contrasto ormai acuto tra gli interessi e le economie che hanno nei servizi eco sistemici  culturali e di regolazione la loro primaria risorsa e le economie che utilizzano il bosco come fonte di materiale legnoso.  Se è legittima la convivenza di queste economie, nel rispetto dei principi costituzionali, non possiamo tuttavia ignorare come l’approvazione del TUFF sia avvenuta con molte polemiche, non solo da parte della società civile organizzata in associazioni e comitati, ma anche dal mondo accademico delle scienze biologiche e naturali, mentre l’attuale impostazione filo-produttivistica del TUFF è stata voluta, scritta e difesa solo da una parte del settore accademico e della ricerca applicata del mondo forestale, forte dell’appoggio e del monopolio culturale del Ministero dell’Agricoltura.

Nella lettura del TUFF è inoltre evidente il contrasto che vi è stato tra il Ministero dei Beni Culturali e quello dell’Agricoltura, per ciò che concerne il delicato aspetto del coordinamento con il Codice dei Beni culturali  e la questione del “taglio colturale” nelle aree tutelate o meno da provvedimento, espressa dal combinato disposto degli artt. 136, 142 e 149 del Codice. In tutto il testo legislativo il vincolo paesaggistico è trattato come un orpello all’utilizzo economico diretto del territorio forestale, tanto da aver creato un pericoloso e confuso regime di deroghe che rischia concretamente di rendere inapplicabile il regime di tutela.

Anche nelle aree tutelate da provvedimento amministrativo, dove ormai sembrava pacifica la supremazia del MiBACT sulle competenze regionali, la recente applicazione di questa norma, ribadita non solo dal precedente orientamento di questo Ministero, ma anche dal recentissimo “parere” relativo a un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, presentato da Italia Nostra nazionale, WWF Grosseto e Lac, sul piano antincendio della Pineta litoranea del Tombolo in Toscana, ha ingenerato forti conflitti. La Soprintendenza di Siena e Grosseto, in seguito a questo pronunciamento del Consiglio di Stato, ha applicato la richiesta di  autorizzazione paesaggistica, per gli usi forestali in aree tutelate dal Codice dei Beni Culturali, anche sul Monte Amiata, da qui si è scatenata, da parte delle associazioni di categoria del comparto forestale e dall’Ordine degli Agronomi la pretesa di derogare alla legge, violata, o mal interpretata, forti della volontà di mettere a confronto, ovvero in contrasto, tutela paesaggistica versus libertà di impresa e quindi posti di lavoro a essa collegati.

La Soprintendenza, ha invece richiesto che sull’Amiata, nel rispetto della zona di vincolo, venisse lasciato un numero quadruplo di matricine rispetto al ‘governo’ a ceduo semplice, cosa che non inficerebbe le locali attività produttive, ma tutelerebbe invece il paesaggio, garantendo contemporaneamente l’assetto idrogeologico di quei pregevoli territori (già duramente provati dalle catastrofiche alluvioni dello scorso anno).

Si tratta dunque di una sleale e scorretta levata di scudi, del mondo delle imprese economiche e forestali, (dopo che le rispettive competenze erano già state ampiamente discusse, negoziate e chiaramente sancite nel TUFF) in nome di un giudizio di presunta “incompetenza” del personale delle Soprintendenze per giudicare gli aspetti paesaggistici della foresta, come se tutte le foreste fossero esclusiva competenza e proprietà del mondo forestale, e non anche bene comune di eminente interesse sancito dall’articolo 9 della Costituzione. Come evidenziato dai noti e autorevoli pareri dell’Ufficio Legislativo del MiBACT,  la ratio della tutela provvedimentale, derivando dalla Legge Paesaggistica voluta da Benedetto Croce, è quella dell’aspetto estetico, nel quale le Soprintendenze hanno una storica e indiscussa competenza e supremazia.

Purtroppo la lettura del paesaggio effettuata dalle categorie professionali e forestali strettamente connesse al mondo produttivo, non tiene in considerazione che quella“interazione tra uomo e sistema naturale”, riportata dalla Convenzione di Firenze, Legge del 9 gennaio 2006 n.14  “Ratifica della Convenzione Europea sul paesaggio, Firenze 20 ottobre 2000” e dal vigente Codice dei Beni Culturali e Paesaggistici, non può che essere quel rapporto virtuoso che denota equilibrio e rispetto nello sfruttamento delle risorse naturali, equa distribuzione della ricchezza e rispetto dell’utilizzo ragionevole delle risorse ambientali.  Altrimenti tutto, indistintamente, sarebbe paesaggio, anche il rapporto predatorio dell’uomo sul territorio e in nome del quale si rischierebbe di compiere ogni scempio.

In particolare, la diffusione del ceduo rappresenta invece, da sempre, quel rapporto predatorio, consolidatosi con l’affermazione del moderno sistema economico. Il fatto che esista da molto tempo non ne giustifica il ruolo paesaggistico, così come non lo giustifica il solo concetto di casa che, pur esistendo da millenni,  a causa della speculazione edilizia recente, ha devastato i più pregiati paesaggi del nostro paese.  Ricordiamo che il primo bene paesaggistico tutelato nell’Italia Unita è stata proprio una foresta: la Pineta di Ravenna.

Attualmente, anche in base a recenti ricerche, risulta che il ceduo sia la forma di governo meno compatibile con la fornitura di servizi ecosistemici di regolazione e culturali e non lo si può, proprio per questo, definire una forma di gestione forestale sostenibile.   Adesso quella “percezione delle popolazioni” che, secondo la Convenzione di Firenze, dovrebbe caratterizzare il paesaggio, si sta manifestando fortemente attraverso le associazioni ambientaliste riconosciute e i comitati dei cittadini, sui social e sulle piazze, in difesa delle foreste e del verde urbano, dando luogo alla più vasta manifestazione del pensiero libero, che chiede “il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Proprio in considerazione della complementarità del bosco e della natura allo sforzo lavorativo e produttivo, che non può ridursi al rapporto lavoro-salario, ma necessita di tempi e spazi di recupero spirituale e psicologico, che solo le foreste ben gestite sanno garantire.

Il ceduo estremamente diffuso e il taglio raso, privando il cittadino-lavoratore del bosco per un tempo troppo lungo rispetto al tempo della vita umana, provocano un vero e proprio “spaesamento”, una perdita di “paese” inteso come paesaggio e conseguente perdita di riferimenti culturali e psicologici, per questo sono da mettere al bando, almeno nelle aree tutelate ex art. 136 del Codice, e possibilmente da tutti i boschi, atteso che altri metodi di gestione garantiscono lo stesso, se non un maggiore reddito.

Le scriventi Associazioni esprimono innanzitutto solidarietà al personale delle Soprintendenze, che adesso deve sostenere il peso di queste ingiuste affermazioni di incompetenza. A tutti coloro che tutelano il paesaggio vanno il nostro appoggio e la nostra stima.

Auspichiamo che Lei, signor Ministro dei Beni Culturali, non arretri di un millimetro di fronte alle richieste di smantellamento della tutela paesaggistica che le sono pervenute e le perverranno, anche tramite il Ministero dell’Agricoltura.

Auspichiamo inoltre che Lei, Signor Ministro dell’Ambiente, si faccia parte attiva per una maggior tutela degli ecosistemi forestali, in particolar modo nella Rete Natura 2000 e nelle aree protette, dove il TUFF ha inteso indebolire le Sue competenze a favore di quelle delle Regioni e del Ministero dell’Agricoltura.

Auspichiamo che Lei Gentile Ministro dell’Agricoltura, a cui inviamo il presente appello per Sua conoscenza,  intenda prendere opportuni provvedimenti al riguardo.

Cordiali saluti

Mariarita Signorini già Presidente nazionale, ora Consigliere di Italia Nostra
Daniele Zavalloni Presidente Ecoistituto – Cesena
Stefano Deliperi Presidente Grig (Gruppo d’intervento Giuridico)
Giovanni Damiani Presidente GUFI (Gruppo unitario foreste italiane)
Roberto Romizi Presidente Associazione medici per l’Ambiente ISDE Italia
Vittorio Emiliani Presidente Comitato per la Bellezza
Rita Paris Associazione Bianchi Bandinelli
Stefano Allavena Presidente di Altura
Emilio Delmastro Federazione nazionale Pro Natura
Laura Cadeddu CATS Consulta Ambiente e Territorio della Sardegna
Francesco Saccomanno Forum Ambientalista – Calabria
Leonardo Rombai già Professore ordinario di geografia storica Università di Firenze
Ferdinando Laghi Associazione ‘Solidarietà e Partecipazione’ – Castrovillari
Benito Fiori ABC-Alleanza Bene Comune-La Rete
Mariella Buono Associazione Pensieri Liberi Pollino Castrovillari – Lungro
Mariella Ieno Associazione ‘Il Riccio’ – Castrovillari
Antonietta Lauria Forum ‘Stefano Gioia’ Associazioni e Comitati calabresi e Lucani per la tutela della legalità del Territorio
Cecilia Pacini Presidente Italia Nostra TOSCANA
Graziano Bullegas Presidente Italia Nostra SARDEGNA
Maurizio Sebastiani Presidente Italia Nostra MARCHE
Renato Bosa Presidente Italia Nostra FRIULI VENEZIA GIULIA
Adriana MY Presidente Italia Nostra PIEMONTE
Domenico Valente Presidente Italia Nostra ABRUZZO
Roberto Cuneo Presidente Italia Nostra LIGURIA
Cosimo Manca Presidente Italia Nostra PUGLIA
Domenico Totaro Presidente sez. Senisese Italia Nostra BASILICATA
Mario Pellegrini CISDAM Centro italiano studi e documentazione degli abeti mediterranei
Giancarlo Odoardi Ecoistituto Abruzzo
Laura Asti Pro Natura L’ Aquila
Raimondo Chiricozzi Commissione nazionale AICS ambiente
Marco Tiberti Presidente European Consumers
Alberto Conti Presidente WWF Forlì-Cesena
Massimo Blonda Fondazione di Partecipazione delle Buone Pratiche- Bari
Marco Caldiroli Medicina Democratica Onlus
Roberto Monfredini AIF Ambiente informa
Johannes Fragner-Unterpertinger Portavoce “ Via di Malles “
Andres Lasso Associazione Ideale Ambiente Firenze
Michele Boato Presidente Ecoistituto del Veneto
Alda La Rosa Associazione FUTURO SOSTENIBILE IN LOMELLINA
Francesco Saverio Bellofatto Associazione La Piccola Cometa
Francesco Montecchio Associazione “Progetto GAIA” – OdV
Stefano Orlandini Presidente Salviamo l’Orso Ass.per la conservazione dell’orso bruno marsicano Onlus
Nicholas Bawtree Terra Nuova
Rosalba Luzzi Associazione Biodistretto Montalbano
Sara Coppini Mille Rivoli- Cittadini Mugellani per la difesa dell’Acqua e del Territorio”
Corradino Guacci Presidente Società italiana per la storia della fauna “Giuseppe Altobello”
Michele Renna Fototrappolaggio Naturalistico Partenio
Flavio Angelini  Presidente La Lupus in Fabula
Pietro Comeri Simbiosi Magazine
Antonella Lodi Un Bosco per la Città- Bologna
Gabriele Buratti Artists 4 Rhino
Carlo Papalini Liberi pensatori a difesa della natura
Anna Zonari Parents for future Italia
Marina Conti Parents for future Bologna
Nadine Finke Parents for future Forlì
Serena Bianca De Matteis Parents for future Melegnano – Laboratorio Per un Albero in più-
Luciano Poggiani Argonauta Fano
Nadia D’arco Comitato Ambiente e salute Emilia Romagna
Adriano Fiorenza Presidente Associazione Fate gli Gnomi
Michele Renna Cervinara Trekking
Giovanni Bosio Associazione “Canale Ecologia
Fabio Sani Uni Verso AMIATA
Alvaro Gori Comitato Salvaguardia e Ambiente del Monte Amiata
Cinzia Mammolotti AmiataEco
Eduardo Quarta SOS Natura
Anna Catalani Salviamo la Riserva di Procoio, Salviamo le Riserve
Stefano Orlandini Salviamo l’Orso Onlus
Anna Petrucci Comitato tutela alberi Bologna
Marco Menghini STAI Stop Taglio Alberi Italia Comitato. coord. nazionale
Anna Salvatici Movimento tutela alberi Firenze
Aldo Loris Cucchiarini Società Bosco per Sempre Regina
Stefano Marzani Cooperativa La Macina Terre Alte
Ruggero Ridolfi Coordinatore medici per l’ambiente ISDE Forlì-Cesena
Andrea Nalin Silva Nova Bologna
Claudio Pizzuto Comitato per la tutela degli alberi di Sesto Fiorentino
Domenico Scanu Isde Sardegna

Primi firmatari seguiranno  sottoscrizioni di altre Associazioni che stanno  ancora pervenendo