C'è chi vuole mettere a rischio l'integrità del Furlo per propri interessi.

C'è chi vuole mettere a rischio l'integrità del Furlo per propri interessi.

COMUNICATO STAMPA

Il sovralluvionamento del fiume Candigliano esiste, l’invaso del Furlo é in
buona parte interrato: le notizie vere e concrete sono queste, tutto il
resto che è apparso essere allarmante nell’articolo di sabato scorso ha
bisogno invece di alcune fondamentali precisazioni. Non c’è un’emergenza
Furlo, se non quella che coinvolge un unico fabbricato che si trova a
ridosso del fiume. Non c’è una cordata di imprenditori e tanto meno un
comitato di residenti che reclama aiuto, se non un imprenditore che vuole
tutelare la sua proprietà e i suoi investimenti, passati e futuri, mentre il
turismo e la vera valorizzazione della Gola del Furlo sono tutto un altro
discorso. Dietro allo slogan “salvateci dalle esondazioni” ci sono così
tante sfacettature che pensare al pericolo reale e alla buona fede risulta
piuttosto complicato. Su quel pezzo di fiume ci hanno messo gli occhi, e ci
vorrebbero mettere le ruspe, i cavatori; sulla destinazione d’uso della
proprietà in questione ci sono decine e decine di atti, i più vecchi del
1880, i più nuovi dell’estate scorsa, e tre di questi emergono con
prepotenza: quello che certifica la proprietà pubblica della scarpata a
valle della Flaminia (poi ricoperta da un terrapieno divenuto parcheggio),
quello che sancisce una “servitù d’invaso” chiesta e già pagata dall’Unes
(poi diventata Enel) e quello che nei mesi scorsi ha prodotto la Regione
Marche stabilendo che all’altezza dell’abitato di Furlo, tutta l’area a
valle della Flaminia è da considerarsi esondabile. Queste tre verità
emergono da documenti ufficiali e malgrado la loro trasparenza altri atti
sono stati predisposti in tempi non sospetti dal Comune di Acqualagna e
dalla Provincia di Pesaro e Urbino, in apparente contrasto. Chi oggi si
dispera per le piene certo non perde il diritto che ha ogni cittadino di
essere tutelato ma bisogna essere chiari appunto sui diritti e anche sui
doveri, primo tra tutti il rispetto della legalità. Se è vero che il fiume
esonda è anche vero che solo un’immobile e annessa proprietà vengono
eventualmente danneggiati, per cui è inutile parlare di una situazione
generalizzata; parliamo di un problema puntuale, per la cui risoluzione non
possono e non devono essere spesi ingenti somme di denari pubblici, ma quel
che basta per mettere al riparo una casa, senza dimenticare tuttavia che
vige, in base ai documenti in nostro possesso, la “servitù d’invaso”. Allora
non c’è bisogno di chissà quali imponenti interventi; un innalzamento
dell’argine e qualche operazione idraulica alla paratoie della diga nei
giorni di piena potrebbero essere più che sufficienti. E in questo lembo di
terra che dalle dichiarazioni del proprietario appare sospeso tra la vita e
la fiumara, c’é da chiedersi come mai il Comune di Acqualagna abbia fatto
una variante al Piano Regolatore dando luogo alla possibilità di costruire
ancora… Davvero un brutto esempio a proposito di prevenzione dei rischi
per le persone e dei danni che poi si pagano con i soldi della collettività.
Di fronte a tutte queste ambiguità è meglio fare meno retorica e tenere la
splendida e delicata Gola del Furlo al di fuori dei giochi.

IL CONSIGLIO DIRETTIVO