L’aeroporto di Fano tra grandi eventi e ordinaria manutenzione.

Mentre mezza città si è accorta, a colpi di decibel  e  laser sparati in cielo,  dei preparativi per il mega concerto tecno del fine settimana, rispetto al quale esprimiamo le nostre preoccupazioni per vari impatti ambientali, continuano episodi di vandalismo verso il patrimonio arboreo dell’ipotetico Parco del Campo d’Aviazione.   Qualche giorno fa, presso il boschetto, piantato nel 2005 da Un Punto Macrobiotico, in collaborazione con le scuole superiori di Fano, un carpino di vent’anni è stato abbattuto e una quercia è stata gravemente mutilata da ignoti per costruire poco lontano,  una specie di capanna.  Quanti alberi dovranno essere sfregiati perché qualche pubblica autorità si degni di fare qualche controllo della zona?

Alcuni mesi fa la stessa sorte era toccata ad altri due alberi di 4-5 metri che sono stati abbattuti con l’accetta per “fare legna” e ad aprile nello stesso luogo è stato ritrovato un motorino rubato, su segnalazione di un nostro socio, che era stato riverniciato in mezzo agli alberi.

Succede insomma che mentre c’è grande clamore mediatico sul grande avvenimento musicale che si svolgerà presso l’aeroporto di Fano, l’area verde circostante viene lasciata nell’abbandono di sempre, tagliata a metà  dall’asfalto di  un’autostrada ciclabile, con compagnie giovanili che scambiano le panchine per cestini di rifiuti (ripuliti spesso dai frequentatori della zona), con auto e motorini che si avventurano spesso sulla pista ciclabile per mancanza di senso civico e per l’assenza di una segnaletica che vieti esplicitamente la circolazione di veicoli a motore, con la mancanza di una fontana funzionante: è stato un cittadino volenteroso che ha installato pochi giorni fa, a sue spese,  un rubinetto per permettere a persone e cani che frequentano “il parco che non c’è” di rinfrescarsi almeno nella stagione estiva.  I pochi giochi per i bambini stanno letteralmente perdendo i pezzi e la zona circostante con pochissime panchine, con i caldi estivi è poco fruibile perché quasi priva di alberature ombreggianti. Le piantine messe a dimora due anni fa da alcune aziende, nell’ambito del progetto dei boschi urbani, sono tuttora sovrastate da oltre un metro di erbe spontanee e hanno rischiato di essere in parte tagliate dall’azienda agricola che ha falciato l’erba nell’area circostante per mancanza di ogni segnalazione.

Succede insomma come sempre che ci si fa belli con i grandi eventi e si dimentica la progettazione e la manutenzione del quotidiano, specie se si tratta di verde urbano che resta l’ultima ruota del carro per ogni amministrazione, anche in tempi in cui la crisi climatica che stiamo vivendo consiglierebbe di fare il contrario.

Fano 13/06/2025

Il Consiglio direttivo