COMUNICATO STAMPA

Ci fa piacere la disponibilità manifestata dall’Assessora all’Ambiente Loretta Manocchi al confronto e al dialogo in merito alla costruzione della pista in asfalto dell’aeroporto di Fano. Il nostro, non è allarmismo, ma una attenzione civile alle sorti di uno degli ambienti naturali più peculiari della Città e della Regione. Oltre ad essere un luogo identitario per l’intera popolazione che chiama quest’area “campo d’aviazione” e non aeroporto, ciò che ci preoccupa è che le cose procedano un po’ in sordina arrivando ad un punto da cui è impossibile tornare indietro.

Non ci sottraiamo ad un confronto e ad un approfondimento con l’Amministrazione su questo argomento purché questo avvenga prima che le decisioni siano state assunte formalmente e definitivamente e con dati certi.

Proprio per comprendere meglio i termini delle notizie giornalistiche, il 18 Giugno alcune Associazioni regionali hanno fatto richiesta all’Amministrazione comunale di essere messe al corrente di atti ufficiali sull’ipotesi di cementificazione della pista.

Al momento non abbiamo avuto alcuna risposta neppure interlocutoria.

E’ proprio per la mancanza di dati certi e ufficiali che la nostra lettera aperta può peccare di imprecisione. La risposta dell’Assessore Loretta Manocchi evidenzia una inutile ironia in merito alle nostre preoccupazioni, tenendoci a rassicurare che non si tratterà di “Malpensa” e non decolleranno jet supersonici. Questo lo sappiamo. Siamo preoccupati semplicemente che uno dei luoghi della nostra Città, importante dal punto di vista naturalistico e identitario subisca una alterazione irreversibile.

Alcune contraddizioni nelle dichiarazioni smentiscono in parte il tentativo di tranquillizzare la cittadinanza. Riportare l’incremento numerico dei passeggeri di alcuni aeroporti limitrofi come quello di Ancona, Rimini o Perugia, contraddice il tentativo di minimizzare la portata dell’intervento. Se l’Assessora Manocchi irride al nostro timore che Fano diventi un piccolo scalo, non lo esclude affatto il nuovo direttore di ENAC  Alexander D’Orzogno, come riportato in una recente intervista “… ci sono anche gli scali piccoli come quello di Fano, che può essere connesso facilmente con Roma Urbe”.

Per quale ragione si ritiene che la cessione a ENAC di circa 80 ettari di territorio comunale, a fronte di una pista in asfalto sia un buon investimento se, come dichiarato dall’Assessore, il traffico aereo rimarrà pressoché lo stesso di quello attuale?

In ogni caso alcuni interrogativi esigono una risposta chiara, convincente e sostenuta da dati scientifici e oggettivi.

Tra queste risposte ci piacerebbe conoscere il piano industriale che le società a cui andrà in gestione questo manufatto produrranno; quali risorse umane, economiche, quali infrastrutture collegate si attueranno ecc.

Si parla, nella risposta dell’Assessore, della necessità di uno spazio per l’atterraggio di elicotteri. Ma forse l’assessora dimentica che l’eliporto è già presente!

Ci chiediamo ancora, qualora il traffico aereo dovesse aumentare e coinvolgere altre tipologie di velivoli rispetto agli attuali, che impatto potrà avere sul valore delle proprietà immobiliari nelle aree circostanti?

Un ulteriore aspetto a cui crediamo doveroso dare una risposta è lo studio degli effetti causati dall’impermeabilizzazione di oltre tre ettari di terreno sulla falda idrica e su una sua eventuale contaminazione.

E’ stata valutata la possibile variazione termica locale che una superficie in cemento potrebbe determinare soprattutto durante il periodo estivo?

E’ stato valutato l’effetto per una delle più importanti popolazioni di Calandrella, uccello in Direttiva europea e in forte calo numerico in tutto il suo areale?

Nelle affermazioni in risposta alla nostra lettera aperta, l’Assessore parla di una pista al servizio anche della Protezione civile. Finalità nobile, ma in questo caso la competenza non sarebbe più dell’Amministrazione comunale mentre l’area ceduta è della comunità cittadina.

Infine, ci sia consentito di nutrire qualche contrarietà a rimarcare, ogni qualvolta si manifesta una perplessità ad un’opera che indubbiamente stravolgerebbe un ambiente naturale, si accusi chi la sostiene di opporsi allo sviluppo e chissà a che altro. Le stesse accuse ci furono rivolte a proposito della nostra opposizione alle piste di sci sul Monte Catria e altrove e allo sperpero di milioni di euro. Ferite indelebili e permanenti ad ambienti naturali per pochi giorni di sci ad anni alterni per mancanza di neve. Intanto il danno irreparabile rimane ed è visibile addirittura anche dal Campo di aviazione di Fano.

Senza allarmismo ma con spirito civico, ci sentiamo di porre all’Amministrazione comunale queste e molte altre domande.

Una maggiore precisione anche nella loro formulazione ci potrà essere nel momento in cui, l’Amministrazione comunale metterà al corrente la cittadinanza degli atti a supporto di quanto riportato dalla stampa locale.

Fano, 01/07/2025

Argonauta Fano
La Lupus in Fabula Odv