I CACCIATORI DENTRO IL PARCO SASSO SIMONE E SIMONCELLO

 Da alcuni anni, entro il perimetro del Parco Interregionale Sasso Simone e Simoncello si stanno effettuando numerosi abbattimenti di cinghiali autorizzati dall’Ente. In una recente riunione indetta dal Parco, alla quale erano presenti numerose Guide che operano in quel territorio, la questione è emersa in tutta la sua gravità. Negli ultimi tempi questi abbattimenti, svolti con la formula della cosiddetta “girata”, stanno diventando sempre più frequenti e numerosi, fino al punto che in alcuni giorni in cui le Guide potrebbero condurre gruppi o qualsiasi appassionato di trekking o mountain bike volesse farsi un giro nel Parco, come il sabato e la domenica o altri festivi, non ci sono di fatto abbastanza zone attraversabili a piedi in sicurezza. Va detto che gli interventi dei cacciatori, che dovrebbero svolgersi appunto come “girata”, poi non di rado sono state viste diventare vere e proprie battute al cinghiale; va detto anche che questa emergenza del cinghiale non appare così evidente nel Parco e che non sono noti censimenti quanto meno recenti e tanto meno si può verificare chi e come li abbia eseguiti; va detto inoltre che malgrado l’Ente avvisi via chat gli operatori del settore, questa comunicazione a volte avviene solo uno o due giorni prima degli abbattimenti e che comunque, malgrado venga segnalata la zona in cui avverranno, i cacciatori, non trovando tracce fresche che provino la presenza dei cinghiali, sono nella possibilità di spostarsi altrove senza doverne dare comunicazione.

Nella riunione di cui sopra, di fronte alle forti recriminazioni delle Guide, il Direttore del Parco ha tenuto a precisare che il Piano degli abbattimenti dei cinghiali è un intervento che ha la priorità su tutto, anche sul lavoro delle Guide, cercando poi, di fronte al progredire delle critiche nei suoi confronti, di scaricare la responsabilità sulla Regione, che ne richiede la rigida attuazione, e su ISPRA che avrebbe, a suo dire, persino richiesto l’eradicazione del cinghiale.

Nel Piano di Gestione del Cinghiale 2023-2027 approvato lo scorso 27 Luglio sta scritto che l’attuazione del Piano stesso è ritenuta un servizio di pubblica utilità e, di conseguenza, l’intralcio o l’interruzione volontaria di tale attività è da considerarsi “interruzione di un servizio di pubblica utilità” ai sensi dell’art. 340 del Codice Penale.

Appare chiaro che il Parco abbia perso il controllo della situazione e che abbia voluto intraprendere una politica di collaborazione con il mondo venatorio così da tenere sotto controllo ogni pressione che questo avrebbe potuto scatenare dal momento in cui l’area protetta è passata da Regionale a Interregionale. Ora però si è andati abbondantemente oltre una procedura di controllo della fauna che in qualche caso, dopo attenti studi, può anche essere attuata. Occorre ricordare che in questo Parco, da sempre, c’è una complicatissima e contraddittoria convivenza con un Poligono Militare di armi pesanti; a questa stravagante convivenza aggiungere anche il disturbo autorizzato di cacciatori, cani e spari, fa pensare che di una vera area protetta ci sia rimasto ben poco. E siccome negli obiettivi strategici di un Parco c’è anche la fruizione turistica e come in questo caso anche la raccolta dei prodotti del bosco (funghi e tartufi in primis), dare priorità agli abbattimenti anche e soprattutto nei giorni festivi e prefestivi affossa ogni ambizione e danneggia direttamente gli operatori turistici come le Guide, le strutture ricettive, bar e ristoranti.

Nel frattempo sono state chieste spiegazioni a ISPRA in merito alle dichiarazioni del Direttore del Parco, richiesto l’intervento del sindacato Guide LAGAP e comunicato a Federparchi in che modo al Sasso Simone stanno gestendo questa cosa.

Del resto, un modo di agire così superficiale e lacunoso da parte di un Ente Parco mette in cattiva luce tutto il sistema delle aree protette e gioca a sfavore di nuovi progetti come quello che a breve distanza dal Sasso Simone ambisce all’istituzione del Parco Nazionale del Catria, Nerone e Alpe della Luna.

29.12.23

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