FANO NUOVO P.R.G.

CAPANNOPOLI ed altri favori alla rendita fondiaria e alla speculazione

Il nuovo P.R.G. di Fano, targato Seri-Fanesi, doveva essere quello della “città pubblica” e della riduzione al consumo di suolo, ma invece perpetua in maniera consistente la cementificazione, favorisce la speculazione edilizia e la rendita fondiaria.Un Piano Regolatore che avesse avuto a cuore la sostenibilità ambientale senza rinunciare allo sviluppo, in senso qualitativo delle attività umane, avrebbe dovuto considerare innanzi tutto la quantità del costruito esistente e non utilizzato nei vari settori (residenziale, commerciale, industriale, turistico ecc. e quindi potenzialmente disponibile. Avrebbe dovuto basarsi su dati socio-economici e demografici aggiornati. Niente di tutto questo. La popolazione di Fano è sotto i 60 mila abitanti e cala mediamente di 300 persone all’anno.  Però il Piano prevede nuove zone di espansione per 5700 abitanti (calcolati con il parametro irreale di 40 mq ad abitante); a questi vanno aggiunti i vani che possono essere realizzati nelle zone A2  demolendo le villette e zone B in cui esistono residui spazi edificatori.  Poi, relativamente alla speculazione edilizia che sostituisce edifici singoli, molti dei quali di valore storico architettonico, con palazzine di 3, 4 piani che cementificano completamente il lotto edificabile, è stata messa una piccola pezza vincolando alcune decine di “edifici significativi”, ed escludendo dalla monetizzazione dei parcheggi i quartieri di Paleotta e Poderino.  Ma su tutto il resto della città, avendo prorogato il Piano Casa secondo la validità della legge regionale (il 31/12/2023), si continuerà a demolire e costruire volumi multipli di quelli esistenti, con grave danno per la vivibilità, a causa dell’aumento del traffico e della diminuzione del verde privato. Al consumo di suolo nel settore delle costruzioni che riguarderà 434 ettari di superficie territoriale (per le varie destinazioni d’uso), si aggiunge una cifra decine di ettari per la nuova viabilità: interquartieri nord e complanare sud, arretramento della ferrovia e varie bretelle di collegamento.  Le Community Hub (i centri di quartiere), unico elemento qualitativo di questo P.R.G., saranno realizzate solo se partiranno i comparti edificatori in cui sono inserite, perché serviranno i soldi dei privati.

Ma le vere due chicche di questo P.R.G. che, come i precedenti, persegue l’obiettivo del consumo di suolo per incamerare gli oneri di urbanizzazione, sono le concessioni che sono state inserite per chi ha immobili o terreni nelle zone agricole. Nelle zone E sarà consentito fare quasi tutto: quindi oltre alla residenza sarà possibile insediare attività commerciali, turistico ricettive (alberghiere ed extra alberghiere), direzionali, per l’istruzione ecc. trasformando volumi esistenti. Di ciò ovviamente beneficeranno anche gli edifici abusivi sanati con i vari condoni del 1985, 1994, 2003 con un indegno incremento di valore commerciale. L’altra novità è data dall’art. 41 delle N.T.A. “Manufatti per l’attività agricola amatoriale e per il ricovero di animali domestici”. Con questa norma si potranno edificare capanni fino a 36 mq come ricoveri attrezzi, 10 mq per ricoveri per cani e 45 per stalle per equini. Anche se questa concessione vale solo per le aree di pianura (E1 ed E3) non è difficile immaginare il pericolo potenziale che può rappresentare: questi volumi non tarderanno a diventare da provvisori (legati alla attività agricola) a definitivi, sostituendo il legno o materiali leggeri, con cui oggi devono essere costruiti, con mattoni, cemento armato e laterizi.  Si sta preparando un consumo di suolo inedito a macchia di leopardo in quel poco che resta della campagna fanese.

Un P.R.G. al passo con le sfide che ci pongono il riscaldamento climatico e la perdita di biodiversità avrebbe dovuto cancellare tutte le aree residenziali e produttive vigenti non realizzate (e con iter non avviato) limitandosi a dare indicazioni su come trasformare le “aree risorsa”, cioè quelle già edificate ma che necessitano di una riconversione (Ex zuccherificio, autolinee Vitali, fornace Solazzi, ecc). Avrebbe dovuto rinunciare a nuove strade scommettendo sul trasporto pubblico e sulla mobilità dolce.

Invece assistiamo alla solita operazione di Green Washing in cui si dice di fare qualcosa per l’ambiente e si fa l’esatto contrario.

Fano, 23/11/2023                            il Consiglio Direttivo