Comunicato stampa

Struzzi e coccodrilli al governo degli enti locali

La settimana scorsa la regione Toscana è stata colpita da una devastante alluvione che oltre ai danni materiali ha causato 8 morti. Sei mesi fa è stata la volta della Romagna con 16 morti e ben 8 miliardi di danni. A settembre 2022 invece sono state le Marche ad essere state colpite con ben 13 morti e oltre un miliardo di danni. Ma attenzione, non è maltempo è cemento! Subito dopo i disastri gli amministratori e politici locali versano lacrime di coccodrillo fingendosi vicini e solidali con le aziende e le persone che subiscono il dramma di non avere più una casa, un luogo di lavoro o aver perso parenti e amici. Si danno da fare per attivare la macchina dei soccorsi, promettono ristori e opere idrauliche di mitigazione, dicendo che non accadrà più. Eppure, ci sono alcune verità che non vogliono vedere, perché gestire il territorio con la logica dell’emergenza permette di superare le regole di una corretta programmazione, perché si possono gestire i soldi con più facilita e meno controlli, perché in sostanza politicamente conviene di più, tanto c’è sempre qualcuno su cui scaricare le colpe: gli ambientalisti che non vogliono che si tocchino gli alberi, il clima che è impazzito, la burocrazia che imbriglia ogni cosa. Nessuno, però, che si assuma la colpa di aver cementificato il territorio, così tanto che quando piove l’acqua non riesce più a penetrare il terreno a causa dei suoli inariditi e privi di vegetazione o perché sono stati impermeabilizzati. Dopo poche settimane, come struzzi ricacciano la testa sotto la sabbia e ricominciano ad asfaltare e costruire come e più di prima. Nel 2022 in Italia sono stati consumati 21 ettari al giorno, 76,8 km quadrati sottratti ai campi e alle aree boscate, il valore più alto degli ultimi 11 anni.

L’impermeabilizzazione produce anche effetti indiretti, non riguarda solamente le superfici interessate dalla copertura artificiale ma si estende anche alle aree ad esse limitrofe. La realizzazione di una strada, ad esempio, non provoca soltanto la perdita di terreno vitale, ma anche ripercussioni sulla biodiversità e sulla frammentazione degli habitat, sul microclima locale, e soprattutto sul rischio idrogeologico, rendendo il nostro Paese sempre meno sicuro.

Quindi la notizia del finanziamento di 43 milioni di euro per realizzare la complanare a sud di Fano, dalla zona aeroportuale fanese al Cesano in comune di Senigallia, salutata da tutti (da destra a sinistra) con entusiasmo può solo dimostrare che non abbiamo speranza con questa classe politica.

Solo da Fano a Marotta occorrerà asfaltare 9 ettari di terreni agricoli, e probabilmente abbattere centinaia di alberi. L’opera favorirà l’aumento del traffico automobilistico e delle emissioni di gas serra, mentre l’impermeabilizzazione del suolo ridurrà la capacità di assorbimento della CO2. Ovviamente aumenterà il rischio idrogeologico e la possibilità che i territori a valle della complanare e dell’autostrada finiscano sott’acqua. Sono cose che i nostri amministratori sanno bene, ma preferiscono ignorarle per rincorrere qualche voto, tanto quando accadranno i disastri loro saranno altrove! La sicurezza della SS16 tra Fano e Marotta si ottiene semplicemente installando autovelox fissi, facendo passaggi pedonali illuminati, costruendo marciapiedi e piste ciclabili. Chi vuole andare veloce può prendere l’autostrada. Il tipo di sviluppo che gli struzzi e i coccodrilli ci propongono porterà solo nuove ferite per il territorio e nuovi morti. La storia non insegna.

Fano, 09/11/2023

Il Consiglio direttivo