“Triste rilevare come in questo paese la cultura del verde sia ancora a
questi infimi livelli.
Di ambiente ormai si riempiono la bocca tutti, ma senza aver compiuto alcun
passo in avanti rispetto alla comprensione di cosa sia davvero il Verde.
Se uno spazio aperto è visto solo come spazio vuoto dove posizionarci
eventi, siamo davvero al medioevo della cultura ambientale, della cultura
del benessere, della Felicità di cui in questa provincia si parla tanto. Si
parla, appunto, se ne parla solo senza aver capito cosa sia davvero.

Andiamo per gradi, così che chi ha orecchie per intendere intenda, anche se
non c’è peggior sordo di chi non vuol capire, speriamo non sia questo il
caso del sindaco e della responsabile regionale CGIL.
Nessuno penserebbe di cucinare sul letto, né di espletare funzioni
fisiologiche in cucina, le funzioni della casa sono diverse e suddivise,
necessariamente, c’è uno spazio per ogni cosa. E le diverse funzioni non
configgono una con l’altra poiché, intelligentemente, si è pensato a
separarle.
Il nocciolo della questione è qui. Perché non si concede il teatro Rossini
alla Festa autunnale dei Fiori? E perché non si propone di usare i campi da
calcio, visto che sono vuoti per il 90% del tempo, come parcheggio?
Perché è assurdo. Questo lo capiscono tutti. Eppure anche il Teatro sarebbe
vuoto e quindi il contesto ideale per una manifestazione di pregio…
Che funzione ha il verde nella dimensione sociale della città? È altra
rispetto al traffico, altra rispetto al rumore, altra rispetto alla densit�
ed alla confusione, altra rispetto ai mezzi a motore…

L’incontro col gli alberi, con i fiori, con lo spazio, con la quiete, col
canto degli uccelli, quanto benessere produce? Ogni giorno, ogni istante,
per ciascuno…
Quanto benessere produce un evento che comporta: camion che compattano il
terreno (come mai nessuno sa che il terreno è vivo e che se compattato dal
peso sostiene meno specie di erbe e fiori? Eppure una legge proibisce il
passaggio di mezzi a motore sui prati, chissà perché…), strutture, energia
elettrica, e quindi l’evento…
Ma soprattutto che follia è quella per cui una funzione forte deve
sopraffare una funzione delicata? Significa che non siamo capaci di
organizzare la città in modo da poter fare ogni cosa nel posto giusto?
Eventi con migliaia di persone non sono compatibili né coerenti con lo scopo
e l’esistenza di un parco come il Miralfiore, di cui ora andiamo ad elencare
i valori. 

Cara sindacalista, se la Confindustria sostiene che per rilanciare
l’economia si deve poter licenziare senza limiti, abolendo l’articolo 18,
dicendo che il lavoratore può essere sacrificato ad esigenze superiori, ci
troviamo su un piano di comprensione reciproca? E se gli ambientalisti
dicono che i “fili d’erba” sono importanti e che una importante festa si può
fare altrove, cosa ci risponde?
Perché una cosa importante ne deve schiacciare un'altra, importante in modo
diverso?
Perché non riusciamo a diventare un paese civile dove c’è spazio per tutti e
per tutto ma senza che una cosa ne schiacci un'altra? 

Il Miralfiore è un lascito prezioso ed un bene unico, nel suo genere è
unico, nelle Marche di certo ma rarissimo in tutto il territorio nazionale.
Un bosco storico con specie non comuni, con una rete, che sta andando in
malora, di percorsi bordati da storici muretti e canalette per l’acqua, cose
che hanno una storia che si rifà alle famiglie e signorie, al rinascimento,
alla cultura dei giardini di delizia..
Attaccato a questo c’è quel che resta del paesaggio agrario, frutto di
antichissime necessità ed antichissime intelligenze, e dove mai in un centro
città esistono ancora filari di peri, di aceri maritati alla vite (anche se
le viti sono scomparse)? Dove mai esistono segni così importanti del lavoro
dell’uomo coniugato alla natura? Il sindacato questo dovrebbe capirlo, ed
anche il sindaco.
Dentro questo tessuto vivono, per ventura, per fortuna, per eredità naturale
ed antropica, specie altrove rare. Esiste un campo dove il gladiolo
selvatico, specie in costante diminuzione vive insieme ad orchidee del
genere Ophris ed altre, esistono campi aperti che per un paio di mesi sono
bianchi di margherite, invitando a sdraiarcisi accanto (il perso di una
persona è decisamente diverso da quello di un camion, ne converrete). 

Se l’anima dell’uomo anela alla quiete, come intervallo e  spazio dedicato a
se stessi, se anella alla bellezza, se necessità di spazi grandi dove non
obbligatoriamente si debba stare gomito a gomito, se questo è offerto dal
parco, perché cancellare questo dedicando il parco a funzione necessarie
anch’esse che possono BENISSIMO essere collocate altrove?
Un concerto soddisfa alcune esigenze, necessita di alcuni materiali ed
allestimenti, e comporta l’ammassamento, il rumore (anche la musica è
rumore, se vuoi dormire o ascoltare il silenzio). Chi stabilisce che sia il
silenzio a dover soccombere? Gli ambientalisti non hanno mai detto NO e
basta ai concerti, agli eventi, alle feste, ma dicono che devono essere
fatti altrove.

Il parco per emozioni e sensazioni sottili, auto educative, che spostano in
basso la soglia delle percezioni e quindi del godimento del mondo, mentre
ogni altra cosa sposta la soglia verso l’alto, dove serve sempre più energia
e spesa per soddisfare le stesse esigenze che muovono tutti: avere una ricca
dimensione emozionale, nutrire non il corpo ma altre funzioni della nostra
essenza.
Se lasciassimo il parco, che non sono 30 ettari ma 20, per un certo tipo di
funzioni e utilizzi, e organizzassimo altro spazio per eventi a differenti
livelli di energia, di spesa,  di impatto, di fibrillazione, che male ci
sarebbe per chi tratta l’ambientalismo come futile romanticheria cui
prestare poca attenzione a trattare con superiorità un po’ arrogante?
Possiamo permetterci ancora di ignorare cosa stia da sempre e davvero
dicendo l’ambientalismo? L’ambientalismo parla di benessere, di felicità, di
sostenibilità, di intelligenza, di scelte, di cura, di coraggio, di
attenzione, di rispetto…

Rispetto per la CGIL che fa la sua Festa e noi ne siamo felici, rispetto per
chi ama la musica e qualunque tipo di musica (ma anche questa non si fa
dovunque allo stesso modo, nelle chiese sconsacrate non si fa metallica, ma
classica, corale, strumentistica, ci sarà un motivo…), rispetto per chi ama
lo sport…ma davvero non esistono altri prati dove fare tornei di calcetto?
Avete mai visto organizzare tornei di ping pong, sport poco invasivo, dentro
una pinacoteca? Secondo voi perché? Perché NON SONO COMPATIBILI e perché è
idiota andare a giocare a ping pong che puoi fare dovunque, dove da gustare
ci sono altre cose, c’è arte, c’è storia, c’è bellezza.
Funzioni separate, spazi separati, non gerarchicamente ma intelligentemente.
Non si chiede a tutti di provare vertigine davanti all’arte ma nemmeno si
può chiedere a chi intende provarla di essere disturbato da chi schiamazza
nelle sale. 

La nostra città ha una opportunità unica, in questo parco, anche per eventi
coerenti e compatibili, e non deve rinunciare a niente, né festival né
concerti, le si chiede di saper rispettare le differenti peculiarità. Anche
se per il sindacato il prato sono solo fili d’erba, tanta gente sa che non è
così, gente che vorrebbe i fili d’erba ed anche le feste, ma senza che il
più fragile soccomba.
I fili d’erba sono benessere lento, che va a fondo, che puoi trovare ogni
volta se nessuno lo calpesta fino a compattare il terreno e impedire
aereazione e risalita capillare di acqua. La sindacalista non è tenuta ad
avere conoscenze agronomiche ed ecologiche ma dovrebbe mostrare più ascolto
e rispetto per chi invece ne ha e sa di cosa parla. Nessuno fa polemica, ma
porta argomentazioni, valide come quelle che muovono il sindacato nel voler
fare la sua festa. Ma il sindacato, il torneo, il concerto, possono andare
da un'altra parte, i prati non possono andare via, possono solo essere
danneggiati, ma nessun prato andrà mai a disturbare un concerto, un
festival, una partita di calcetto…

Caro sindaco, uno sguardo un po’ più moderno rispetto alla funzione del
verde pubblico…vogliamo andare assieme in Germania, in Inghilterra, in
Francia, in Danimarca? A vedere come in quasi tutti gli  spazi pubblici le
funzioni sono separate per evitare all’origine conflitti relativi alle
diverse esigenze? Dove si legge sdraiati sull’erba non c’è nessuno che corre
dietro un pallone, mentre dove si gioca a pallone nessuno litiga per avere
un mq solo per se…anche i laghetti a Berlino hanno funzioni separate, chi
ama i cani ed intende fare il bagno con loro ha il suo laghetto ma negli
altri non ci va….
Se ancora non si è capito che non ci si deve ammassare per forza e tollerare
per forza, ma che serve poterci separare talvolta per meglio accettarci se
non sopportarci reciprocamente, non abbiamo capito nulla di noi stessi. Né
abbiamo capito cosa la natura possa dare al benessere. E la natura basta da
sola, non le serve alcuna sovrastruttura, come un concerto o una
manifestazione sportiva…”
ANDREA FAZI