GESTIONE REFLUI URBANI AREA CAGLI da parte di MMS

 

Un vero e proprio capolavoro di ingegneria delle manutenzioni quello compiuto da MarcheMultiservizi lungo l’asta del fiume Burano, a monte del ponte Taverna di Cagli!

Tenere legati, con delle corde fissate agli alberi, i tubi che dovrebbero trasportare i reflui urbani al depuratore ha decisamente dell’allucinante. È fin troppo chiaro, infatti, che far passare una condotta che trasporta reflui urbani a ridosso di un corso d’acqua non solo è pericoloso per i possibili rischi di inquinamento, ma è contrario ad ogni logica gestionale e manutentiva. I nostri corsi d’acqua, almeno quelli montani, proprio per il loro carattere torrentizio e per il fatto di correre, per lunghi tratti, incassati entro stretti argini, con le piogge tendono a gonfiarsi ed a velocizzare il flusso delle acque. Ne deriva che, soprattutto in regime di piena, i fenomeni di erosione spondale si moltiplicano e si aggravano. Conseguenze? Rottura delle condotte fognarie, che vengono scalzate dagli argini, e scarico in alveo dei liquami.

Nel corso degli anni MarcheMultiservizi, anche stimolata da segnalazioni della Lupus, è intervenuta più volte sia lungo il Bosso sia sul Burano ma, almeno all’apparenza, mai con interventi risolutivi. Eppure, spesso, i problemi si sono riproposti negli stessi siti lasciando ad intendere che la vera causa fosse la errata collocazione di alcuni tratti di rete fognaria. A questo punto i timori della Lupus, rispetto a come viene gestito il servizio idrico integrato e a come vengono attenzionati i fiumi, non possono che tradursi in puntuali domande:

-una gestione della rete fognaria così come descritta rappresenta una eccezione o si tratta di un fenomeno diffuso in tutta la provincia? Nel caso si renderebbe necessario “investigare” sulla qualità del servizio offerto da MMS e sui possibili danni ambientali; le Marche hanno subito, negli anni, diverse procedure di infrazione per la cattiva depurazione delle acque reflue. La provincia di Pesaro e Urbino è risultata tra le provincie coinvolte.

-Ora, cosa vale costruire nuovi depuratori e ammodernare quelli esistenti se poi i reflui non riescono ad arrivare a destinazione?

-Cosa risponde ATO? È stato più volte obiettato che mancano i soldi da impegnare allo scopo, ma vale la pena ricordare che, ogni anno, MMS distribuisce utili per milioni di euro e che parte di questi se ne vanno nelle tasche di azionisti privati.

-Perché, invece, non reinvestire tutto per migliorare i servizi? Questo si aspetterebbero i cittadini che pagano la tariffa, questo sarebbe quanto andrebbe fatto se si rispettasse il volere dei cittadini che votarono e vinsero il referendum del 2011. Infine, quante zone urbanizzate sono ancora da allacciare alla rete fognaria?

-Quali e quante le responsabilità dei comuni? Certamente le cose sarebbero andate diversamente se a gestire il Servizio Idrico Integrato fosse stata una entità tutta pubblica come una azienda speciale consortile, ma ci sarebbe voluta un’altra politica, una maturità ed una lungimiranza amministrativa che questa provincia ha conosciuto di rado.

Insomma, il quadro è drammatico ed ora, all’orizzonte, anche la questione di un nuovo grande invaso ad uso idropotabile (e non solo?). Sull’argomento, prima di prendere una posizione, faremo i necessari studi e approfondimenti, ma se i presupposti sono quelli sopra descritti, prima di chiedere una condivisione del progetto, amministratori, politici, MMS ed ATO, dovranno spendersi per recuperare una credibilità che negli anni hanno perso, e potranno farlo solo dimostrando un cambio di rotta nei fatti.

 Cagli 26 febbraio 2021

 

LA LUPUS IN FABULA Odv

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