BIODIGESTORE: UNA SCELTA AL BUIO

Le Associazioni/Gruppi/Movimenti, tutti facenti parte della rete “Pesaro Città Sostenibile” (PCS) e che sottoscrivono questo comunicato, al fine di aprire un vero dibattito non semplicemente sul tema del biodigestore anaerobico, ma sulla gestione dell’intero ciclo di produzione dei rifiuti (da considerarsi un “problema” della nostra civiltà e non una risorsa dalla quale trarre utili), esprimono le seguenti considerazioni:

1)risulta assolutamente prioritario definire delle linea guida su qualsiasi scelta attuale e futura: deve trattarsi di un percorso che veda il “pubblico” (Amministrazioni comunali del territorio, A.T.A. Rifiuti n. 1 e chiunque abbia competenze politico/amministrative al riguardo):

  1. promuovere convintamente un’attività educativa nei confronti della cittadinanza e delle forze produttive che porti ad una progressiva riduzione nella produzione dei rifiuti, convergendo verso un obiettivo di azzeramento degli scarti alimentari, pensando anche di dover investire delle risorse economiche per sostenere questo percorso;
  2. attivare un sistema incentivante a favore di cittadini ed aziende che, grazie alla verifica di risultati tangibili e controllabili, arrivino a ridurre i rifiuti prodotti; questo anche in forza di normative comunitarie, nazionali e regionali che spingono verso scelte che inducano a seguire questo percorso, contrariamente al progetto di MMS che, lucrando sulla quantità di rifiuti da gestire, va assolutamente in direzione opposta;

 

2) va categoricamente censurato l’incomprensibile silenzio (parzialmente rotto soltanto in questi ultimi giorni) di tutti gli Enti locali che detengono insieme la maggioranza del capitale di MMS, amministratori pubblici che hanno totalmente delegato, ormai da molti anni, qualsiasi loro funzione decisionale e di controllo nell’ambito del Consiglio di Amministrazione della citata Multiservizi. Ultima espressione di questa deriva, che tratta il tema dei rifiuti come un semplice business, sono le dichiarazioni rese in data 11.11 dall’A.D. Mauro Tiviroli nell’ambito dell’incontro promosso dalla Commissione “Società partecipate” del Comune di Pesaro; in maniera esplicita, l’alto Dirigente (espressione della “minoranza” privata Hera) ha dichiarato che MMS ha deciso, oltre che di costruire/gestire l’impianto in questione, le dimensioni dello stesso, le modalità di progettazione, di gestione e financo la relativa collocazione, sostituendosi a chi invece ha deciso di non decidere, accontentandosi forse degli utili; specifichiamo ancora che va censurata, prima ancora dell’atteggiamento padronesco di MMS/HERA, la costante delega/supina accettazione da parte di chi ha il dovere istituzionale e morale di compiere scelte che ricadranno per molti anni sui cittadini amministrati e paganti; l’anzidetta censura scaturisce dalle seguenti evidenze:

 

  1. a) risulta assente una programmazione complessiva per la produzione (nell’ottica della riduzione), gestione, riciclo dei rifiuti – che riguardi quantomeno l’intera Provincia e non i singoli Comuni – per quelle che dovrebbero essere le scelte strategiche a lungo termine; manca da 4 anni il famoso Piano d’Ambito, è da chiedersi il perché!

 

  1. b) le dimensioni del “biodigestore anaerobico”, che non si limitano a gestire un problema, ma a creare un business, senza considerare tutto l’impatto ambientale che ne consegue: la presenza di fondi europei non giustifica scelte di sovradimensionamento, perché il maggior guadagno che una comunità può ottenere dal rifiuto è quello di non averlo;

 

  1. c) la totale mancanza di qualsiasi percorso che avrebbe dovuto prevedere un preventivo, corretto, completo, trasparente coinvolgimento di tutte le comunità locali per valutare la bontà (o meno) della tipologia di impianto, la dimensione dello stesso, la possibile ricaduta nella loro vita, nelle loro attività, nella valorizzazione (o meno) di specifiche attività economiche presenti nell’area potenzialmente interessata; non ultimo comprendere il perché tale impianto dovrebbe essere collocato a ridosso di centri abitati che producono una minor quantità di rifiuti (anche di natura organica) e non di altri che ne producono certamente in quantità maggiore; una informativa certamente non “unidirezionale” (come quelle “istituzionali” messe in atto la scorsa settimana), ma aperta al confronto con esperti, studiosi del settore, capaci di illustrare anche i benefici/danni di impianti simili già attivi;

 

  1. d) la mancata presentazione a livello ufficiale di un progetto circostanziato e di uno “studio di fattibilità tecnico-economica per il settore Biometano da FORSU”, come quello invece ufficializzato da ASET nel novembre 2018.

 

Conseguentemente, qualsiasi valutazione, da parte delle Amministrazioni, dei cittadini, delle forze politiche/sociali ed economiche, non può che essere espressa soltanto successivamente alla ripresa di un percorso che veda realmente svolte tutte – ripetiamo tutte – le fasi sopra illustrate.

 

Anche le scriventi Associazioni, esprimeranno una propria valutazione soltanto dopo che verranno messe nelle condizioni oggettive di poterlo fare, non sposando aprioristicamente alcuna soluzione, perché il Biodigestore rappresenta soltanto uno degli eventuali strumenti da utilizzare, uno strumento che deve avere caratteristiche coerenti alle necessità future della comunità e non agli interessi finanziari di oggi degli azionisti pubblici o privati che siano.

 

Pesaro, 14 novembre 2020

Articolo 1  –  Circolo Rosso & Verde  –  ENPA Pesaro Urbino –  EPMC sezione Pesaro-Urbino  –  FIAB–FOR.BICI  –  Fuoricentro – G.A.S. Gruppo di Acquisto Solidale-Pesaro “Gasetto”  –  G.A.S. Gruppo di Acquisto Solidale-Pesaro “La Gluppa”   –   Gruppo Zer0  –   Guardie Zoofile ENPA  –   Italia Nostra Pesaro   –   La Lupus in Fabula  –  LIPU Pesaro  –  Movimento Sostenibilità Equità Solidarietà – Stop al consumo di suolo Pesaro