Sembra che l’amministrazione comunale fanese stia valutando la possibilità di concedere ai bagnini ulteriori dodici metri di spiaggia libera, in cui poter estendere le proprie attrezzature, sottraendola quindi alla libera fruizione (25 m lineari se la spiaggia libera si trova tra due concessioni). Addirittura alcuni bagnini danno la notizia per certa. Questa facoltà  è prevista dalle nuove linee guida emanate dalla Regione Marche sulla conduzione degli stabilimenti balneari, per prevenire, controllare e contrastare l’emergenza Covid-19. Nel comune di Pesaro diversi esponenti di maggioranza e di opposizione si sono già pronunciati pubblicamente contro questa eventualità e probabilmente non se ne farà nulla.

I firmatari di questo appello chiedono che anche Fano non utilizzi in nessun caso la deroga regionale, lasciando invariata la porzione che il Piano Spiagge del 2019 riserva alle spiagge libere, che è pari al 25% della fascia costiera destinata alla balneazione, ovvero il limite minimo previsto dal Piano Regionale di Difesa della Costa.

Le spiagge sono un bene comune, precisamente un bene demaniale, che andrebbe lasciato, di principio, alla libera fruizione. Lo strumento della concessione permette, dietro il pagamento di canoni irrisori rispetto al giro di affari dei concessionari, la privatizzazione degli arenili migliori per posizione e ampiezza, mentre le spiagge libere residue sono in genere poco profonde, più difficilmente raggiungibili, intercluse tra due spiagge in conduzione. Non bisogna inoltre dimenticare che nel comune di Fano la fruizione delle spiagge libere (che, ripetiamo, è al minimo di legge)  può essere ulteriormente ridotta per destinarle ad animali di affezione o a spettacoli, intrattenimenti o eventi speciali.

I notevoli finanziamenti pubblici (della Regione e dei comuni) per i ripascimenti e per le opere di difesa della costa contro l’erosione marina, spesso interessano i tratti di spiaggia in concessione, e ciò rappresenta un onere che grava anche su quei cittadini che per scelta o per motivi economici non vogliono o non possono utilizzare i servizi a pagamento.  Ora con la crisi economica scatenata dal blocco delle attività a causa dell’epidemia dal nuovo Corona virus, ci saranno sicuramente più persone che preferiranno utilizzare le spiagge libere e quindi ci sembra illogico e ingiusto avvantaggiare nuovamente i bagnini a discapito di coloro che vogliono godersi il mare senza i vincoli e i costi previsti per le spiagge a pagamento.

Negli ultimi tre mesi in molti si sono resi conto che il pubblico è meglio, che privatizzare troppo è stato un errore, perché il privato non restituisce mai abbastanza rispetto a quello che riceve, quindi chiediamo all’amministrazione comunale di non fare un clamoroso errore, che andrebbe in direzione opposta rispetto alla sensibilità crescente dei cittadini sulla tutela e i godimento dei beni comuni.

Fano, 20/05/2020

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