Le associazioni ambientaliste La Lupus in Fabula e Legambiente-Pesaro hanno presentato pochi giorni fa osservazioni all’Accordo di Programma Preliminare per la realizzazione di un centro turistico termale denominato “Terme di Carignano”. Nelle 17 pagine del documento sono state analizzate le incongruenze, le anomalie e le assurdità di tale accordo che è lo strumento adottato dal Comune di Fano, dal Comune di Pesaro e dalla Provincia di Pesaro e Urbino per apportare una nuova variante (la 4a in poco più di 10 anni) sull’area circostante l’impianto termale. In primo luogo è stato evidenziato l’immotivato aumento di superficie edificabile e di superficie territoriale interessata dall’intervento che passano rispettivamente da 43750 mq e 10,4 ettari del Piano Particolareggiato del 1996, ai 58067 mq e 59,6 ettari della nuova proposta. Collegate a questo aspetto sono le altezze degli edifici che passano dai 10,5 ml del P.P. di Cervellati ai 16,50 del vigente P.R.G.. Altra novità della variante sono i quasi 12000 mq. di superficie utile lorda (S.U.L.) riservata alle residenze (private e turistico-alberghiere) che il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia sconsiglia fortemente.  Rispetto alla oggettiva necessità di migliorare gli impianti esistenti e ampliare la ricettività alberghiera, il progetto racchiuso nell’Accordo di programma è, a quanto sembra, solo una operazione immobiliare, mascherata da Centro Turistico Termale. Non c’è un documento che ne analizzi le potenzialità di sviluppo in relazione all’andamento del settore e che indichi le capacità finanziarie e imprenditoriali degli investitori privati. Nemmeno un riga per spiegare gli effetti e le interazioni del nuovo centro turistico-sportivo con le attività alberghiere, commerciali e della ristorazione presenti in zona e sulla costa delle due principali città coinvolte.

Neanche una parola è spesa per indicare la disponibilità effettiva dell’acqua di falda e di quelle termali, né i consumi delle 2500 persone che mediamente ogni giorni utilizzeranno le strutture alberghiere, commerciali, sportive e direzionali. Nulla è scritto sullo smaltimento dei liquami e  relativamente all’impatto sulle acque superficiali e profonde delle grandi quantità di concimi e diserbanti che saranno sparsi nei 23 ettari dell’impianto da golf, o sul consumo idrico necessario a mantenere il tappeto verde. Gli effetti su aria, acqua, suolo, paesaggio e biodiversità saranno pesanti ed irreversibili, ma di fronte alla totale assenza di dettagli progettuali, ogni proposta di mitigazione e di compensazione ambientale diventa vuota e ridicola. Nella voluminosa documentazione di veramente significativo ci sono solo alcune tavole in cui sono indicate le destinazioni, le superfici edificabili e i perimetri di ingombro: ed hanno pure il coraggio di chiamarlo piano di dettaglio!

La realizzazione di un intervento che interessa circa 60 ha di territorio, ora quasi tutto agricolo, per realizzare  58.067 mq. di Sul ed un Campo di Golf, tramite intervento edilizio diretto convenzionato, sulla base di alcuni “disegnini” che fra l’altro, in fase attuativa, potranno tranquillamente essere modificati, è indice di una approssimazione tecnico-politico-operativa inaccettabile. La partecipazione della Provincia e del Comune di Fano con i propri terreni all’operazione immobiliare è un fatto molto preoccupante, perché gli Enti che dovrebbero valutarla dal punto di vista dell’interesse pubblico, sono parte in causa e quindi facilmente condizionabili dal partner più forte. I cittadini non devono farsi incantare dagli slogan di certi amministratori: con questo progetto non ci sarà nessun sviluppo economico, nessun incremento diffuso di benessere, ma i soliti guadagni per pochi. Bene ha fatto la Regione Marche a dare parere negativo al progetto nell’ambito della procedura di V.A.S. Ora chiediamo che la Provincia faccia la stessa cosa.

Fano, 27/08/2009

 

I presidenti

Claudio Orazi e Enzo Frulla

Leggi qui le osservazioni al piano di Lupus e Legambiente