Al Presidente del Parco del Sasso Simone e Simoncello
Via Rio Maggio sn
61021    CARPEGNA   PU

Oggetto:  rispetto della Legge nel Parco

Le scriventi associazioni chiedono al Parco di risolvere con urgente fermezza una questione che è del tutto fuori controllo.
All’interno del territorio del Parco è ormai consolidata la certezza di poter eludere la legge senza che nessuno provi a esercitare le dovute forme di vigilanza.
Parliamo dei mezzi a motore, che scorazzano senza alcun problema praticamente dovunque, anche su sentieri molto scoscesi e soprattutto sui prati.
Ogni week-end ma anche durante la settimana è cosa molto, molto facile incontrare moto da cross, quad e auto, fuoristrada o meno, che senza alcuna remora si spostano dentro i boschi (Pianacquadio sembra una pista da cross, andare per vedere), sui pascoli, sui crinali, addirittura lungo i sentieri e nei passi Trabocchetto, Trabocchino e dei Ladri. Di sabato e domenica poi è praticamente sicuro incontrare moto e fuori strada.
Non c’è alcun bisogno di ricordare come l’uso dei mezzi motorizzati sia COMUNQUE proibito sui prati e dentro i boschi, a prescindere dalla presenza di un parco.
Il danno al cotico erboso è evidente. Basta andare a vedere cosa accade dopo il passaggio di una moto che con le gomme mordenti scalza l’erba e il primo strato di terra (è per questo che esiste il divieto!!), innescando processi degenerativi. Cosa dire poi dei fuoristrada che fanno derapage sull’erba bagnata? Oltretutto il terreno bagnato è fragilissimo, il passaggio lo costipa e lo danneggia. Ormai anche i cercatori di funghi hanno perso il rispetto dell’ambiente da cui ottengono i prelibati raccolti: le auto viaggiano a passo d’uomo sui prati e si fermano quando il guidatore vede i funghi….
Le guide escursionistiche sono testimoni, come molti escursionisti, di mancate collisioni lungo i sentieri dove le moto corrono ad alta velocità, così come di diverbi spiacevoli dove sembra che ad avere torto sia chi pretende il rispetto della natura e delle NORME di legalità…
Ripetiamo che la situazione sembra essere del tutto fuori controllo, e non si vede segno alcuno di sorveglianza, di vigilanza, mai.
Prima che il Parco diventi l’area fuori strada dell’intera provincia di Rimini, perché non si elevano verbali e non si fa alcuna azione di contrasto, chiediamo all’attuale dirigenza e consiglio di adoperarsi senza indugi.

Esistono stazioni locali del Corpo Forestale, esistono carabinieri, esistono le associazioni delle Guardie Ecologiche Volontarie se il personale del parco non è disponibile, non è impossibile organizzare una serie di azioni di controllo in modo da dare il segnale che il parco ha smesso di tollerare questa inciviltà.
Pattuglie di due persone ad ogni possibile ingresso nonché via di fuga, due o tre persone collocate nei massimi rilievi, con contatto radio…
Due o tre giornate di verbali potrebbero ottenere il risultato di bloccare questa proliferazione di attività dannose e invertire la tendenza.
Un parco esiste primariamente per tutelare la natura, tutto quello che la danneggia deve essere fermato.
Ottenere il rispetto della legge è il meno che le associazioni possano aspettarsi .
Ce lo attendiamo da tutti i parchi e riserve della nostra provincia, sappiamo bene che l’altro parco regionale non ha più, da troppo tempo, servizio di sorveglianza. Ce lo attendiamo dal servizio di vigilanza della provincia, come dai comandi forestali, sul resto del territorio, che sia protetto o meno non fa differenza, si deve smettere di tollerare tutto ciò che è dannoso e contro la legge.

In attesa di riscontro, si porgono cordiali saluti.

ITALIA NOSTRA – PESARO

LA LUPUS IN FABULA

LEGAMBIENTE PESARO

LIPU PESARO

WWF  PESARO