un lupo fotografato da Emanuele Amatori nei pressi di Urbania

Con grande dispiacere constatiamo che gli attacchi dei lupi al bestiame continuano e chiediamo con forza di mettere in atto da subito tutti gli aiuti possibili agli allevatori. Lo stesso medesimo dispiacere è però quello con cui leggiamo in queste, come in precedenti occasioni, assurde e gratuità falsità, figlie forse dell’ignoranza o più probabilmente di una voglia perversa di creare panico e addossare a qualcuno la colpa di tutto ciò. Facciamo chiarezza altrimenti questa complessa situazione rischia di scadere in chiacchiere da bar e il problema non si risolve: i lupi non sono stati liberati da nessuno; i lupi non sono pericolosi per le persone. Detto ciò, gli ultimi attacchi dimostrano che gli incontri e le conferenze organizzate hanno certamente aperto una discussione proficua e dimostrato la necessità urgente di agire sulla legge regionale e fare in modo che tuteli meglio e prima gli allevatori; però sul piano pratico l’inizio dei censimenti, gli studi genetici e il foto-trappolaggio possono solo dare risposte a medio e lungo termine, senza considerare poi che le dinamiche di popolazione dei lupi, e i loro stessi comportamenti sono molto fluttuanti. Agli allevatori servono soluzioni immediate, già per domani, quando ci potrebbe essere un nuovo attacco, con nuovi danni. Chiediamo alle istituzione e alle stesse associazioni di categoria di prendere atto che la prima contromisura è quella di un controllo diretto degli animali, con cani addestrati e dotati di collare anti-lupo, con stazzi mobili usati all’occorrenza e la sorveglianza del pastore. Questi accorgimenti hanno un costo che le istituzioni devono prendersi carico per la tutela della zootecnia e del lupo, prima che qualcuno commetta il reato di farsi giustizia da se.