Puntualmente, ad ogni estate, vengono diffuse notizie allarmanti su presunti attacchi di lupi famelici nei confronti di persone o animali sulle montagne marchigiane. Curiosamente questi episodi accadono sempre nelle stesse zone, come nel caso del Comune di Sefro, dove nei giorni scorsi una pecora sarebbe stata sbranata da un lupo e dove qualche anno fa venne addirittura costituito un fantomatico “Comitato Anti-Lupo”, proprio per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sull’incipiente “pericolo”. Per tranquillizzare i cittadini, specie quelli meno esperti in materia, che proprio nella bella stagione si avventurano sui sentieri di montagna, diciamo che l’estate è sicuramente il periodo meno indicato per avere incontri ravvicinati con il lupo. Questo per il semplice fatto che il lupo, che per la sua indole schiva se ne sta sempre a debita distanza dall’uomo, d’estate non ha alcun motivo di avvicinarsi a noi, in quanto riesce a trovare facilmente prede e cibo anche nelle zone più impervie e disabitate, a differenza di quanto avviene d’inverno, quando neve e freddo lo costringono invece ad avvicinarsi ai centri abitati. E’ molto più probabile, quindi, ed i recenti gravi fatti di cronaca lo dimostrano, imbattersi d’estate in branchi di cani inselvatichiti, certamente molto più pericolosi ed aggressivi del lupo, perchè conoscono l’uomo e quindi non ne hanno paura e che hanno nei nostri confronti anche un profondo risentimento, essendo stati proprio dall’uomo maltrattati ed abbandonati. Del resto anche la matematica probabilistica è dalla parte del lupo, visto che questa specie, proprio “grazie” alla persecuzione operata dall’uomo, ha rischiato seriamente l’estinzione, ed oggi in Italia sopravvivono solo poche centinaia di esemplari di lupo, a fronte di svariati milioni di cani randagi o inselvatichiti, soprattutto al Centro-Sud. Proprio per questo la Regione Marche si è dotata da 15 anni di un’apposita legge (L.R. n.17/95) che prevede anche il risarcimento dei danni subiti dagli allevatori a causa di lupi o cani inselvatichiti. Occorre inoltre sfatare la ridicola fandonia per cui i lupi vengono volutamente reintrodotti in un determinata zona. Non esiste infatti alcun progetto di reintroduzione di questa specie, per il semplice motivo che il lupo non ha alcun problema a spostarsi sulle proprie zampe, riuscendo a compiere anche in una sola notte decine e decine di chilometri. Se sulle nostre montagne vengono avvistati dei lupi, quindi, dovremmo solo rallegrarci, perché ciò è indice del buono stato di salute del nostro territorio, in quanto il lupo è al vertice della catena biologica e svolge un ruolo fondamentale di controllo sulle popolazioni degli ungulati, soprattutto su quella del cinghiale, la cui specie, dopo le massicce reintroduzioni per scopi venatori dei decenni scorsi, sta sicuramente procurando molti più problemi di quanti non ne faccia il lupo! Ma non sarà forse proprio per la sua “competizione” con i cacciatori sul cinghiale che il lupo viene fatto apparire ancora oggi così temuto e pericoloso?

 

Danilo Baldini
Delegato responsabile LAC per le Marche   (LEGA PER L’ABOLIZIONE DELLA CACCIA   Onlus)