La Regione esenterà dalla tassa di abilitazione venatoria i neo patentati per i prossimi 3 anni

Dopo le due “letterine” di Natale inviate dall’assessore alla caccia Pieroni a tutti i cacciatori marchigiani, con le quali venivano informati delle “mirabolanti” soluzioni legislative intraprese dalla maggioranza PD in Regione per aggirare ed eludere ben due Ordinanze del Consiglio di Stato e del TAR e riaprire così la caccia nelle aree della rete Natura 2000, ecco arrivare l’ennesimo “regalo” di Natale per loro. Si tratta di una proposta di modifica della legge regionale sulla caccia per quanto concerne la tassa di concessione regionale per l’abilitazione venatoria, che qualche giorno fa è stata approvata in II° Commissione regionale. In sostanza, “per incentivare coloro che sono intenzionati ad avvicinarsi al mondo venatorio”, così come viene riportato in calce alla proposta, la maggioranza propone di non far pagare la tassa regionale per l’abilitazione venatoria, per i prossimi 3 anni, a tutti i nuovi possessori della patente di caccia! Secondo le intenzioni dei nostri politici ed amministratori, questa norma favorirà soprattutto l’incremento dei cacciatori che si dedicheranno al prelievo di specie “problematiche” come il cinghiale. Visto che, secondo i dati dell’Ufficio caccia regionale, nel 2017 sono stati solo 85 i nuovi cacciatori in tutte le Marche, a dimostrazione che l’attività venatoria ormai non interessa più i giovani, ed è destinata quindi a scomparire nel giro di pochi anni, il mancato introito per le casse della Regione è stato calcolato in poco più di 7.000 euro per ogni anno dal 2019 al 2021. Come associazioni condanniamo senza mezzi termini questa ennesima e spudorata concessione ai cacciatori, operata senza alcun criterio scientifico o logico, ma solo con finalità meschinamente elettoralistiche! Questo è il modo con cui la maggioranza in Regione amministra e gestisce i soldi di tutti i cittadini contribuenti: detassando cioè un’attività come la caccia, oramai desueta ed anacronistica, che non ha più alcun ruolo o spazio sociale nell’attuale società civile, semmai lo abbia mai avuto in passato. Un passatempo barbaro e sanguinario, a cui si dedica ormai solo un’esigua minoranza di persone, oltremodo tutelata e privilegiata da leggi e regolamenti, che vanno a ledere le libertà altrui, ed a penalizzare categorie ed attività lavorative, come quelle agricole ed agrituristiche, che invece di essere aiutate dalla politica, vengono pesantemente danneggiate proprio dall’attività venatoria e dalla proliferazione dei cinghiali, la cui causa scatenante è da addebitare alla stessa caccia, ed al grande business economico ad essa collegato! Ma la cosa ancor più indecente è che per i cacciatori i soldi si trovano sempre, mentre non ci sono invece per finanziare i CRAS – Centri Recupero Animali Selvatici, i cui animali vengono in maggioranza feriti proprio nel corso della stagione venatoria. Come pure non si trovano i soldi per indennizzare i proprietari ed i conduttori dei fondi agricoli soggetti alla servitù venatoria, previsti per legge, ma mai elargiti dalla Regione, senza parlare della mancanza dei fondi per le zone terremotate o della chiusura degli ospedali dell’entroterra marchigiano, ecc… Per tutte queste motivazioni, le nostre associazioni chiedono l’immediato ritiro di questa proposta e verificheranno con i propri legali i probabili profili di incostituzionalità, come pure gli elementi di responsabilità patrimoniale, derivati dal mancato gettito delle tasse venatorie per le casse regionali.

 

Ancona, lì 20 Dicembre 2018                                   LAC MARCHE – LA LUPUS IN FABULA