Comunicato stampa

Le dichiarazioni degli autisti di Ami di qualche giorno fa a sostegno della realizzazione dell’interquartieri fino a Gimarra, ci hanno piuttosto sorpreso, non tanto per le motivazioni non pregnanti, ma perché ci saremmo aspettati da loro un intervento a favore della mobilità collettiva ed ambientalmente sostenibile. È curioso che chi lavora in una azienda di trasporto persone accalori la realizzazione di una strada che di fatto favorirà la mobilità privata a discapito del servizio pubblico. In passato abbiamo già argomentato sulla inutilità di questo progetto, qualora si realizzasse un casellino mono direzionale in zona Belgatto.
Ma vorremmo soffermarci sul prezzo che Fano dovrà pagare in termini di distruzione di risorse naturali (per una decina di ettari). Chiaramente che la pandemia non ha insegnato nulla agli amministratori fanesi (ma il quadro è desolante un po’ ovunque). Più di prima è ricominciato lo sfruttamento di energie fossili e di materie prime (tanto che la loro scarsità ha provocato un vertiginoso aumento dei prezzi) e la tendenza al consumo di suolo ha ripreso vigore, anche grazie alle numerose opere infrastrutturali finanziate dal PNRR. Molti pensano che un terreno agricolo o forestale sia improduttivo, perché incapace di produrre grandi ricchezze, altri addirittura credono che il suolo sia un materiale inerte, senza vita, su cui è bene costruirci qualcosa per valorizzarlo. Ora crediamo che la crisi scatenata dalla guerra in Ucraina debba farci riflettere su almeno tre cose. La prima è che l’Italia, a tutti i livelli amministrativi, deve investire massicciamente sul solare, e sulle rinnovabili in genere, per ridurre la dipendenza dall’estero di fonti fossili (gas, petrolio, carbone). La seconda che dobbiamo cambiare i nostri stili di vita e ridurre di consumi, quindi favorire la mobilità ecologica e collettiva e non incentivare quella individuale sui tradizionali mezzi a motore. La terza è che il suolo agricolo fertile acquista sempre più importanza strategica come generatore di risorse alimentari e riserva di biodiversità, soprattutto in zone paesaggisticamente di valore come le colline di Gimarra. Se gli amministratori di oggi non riescono a ragionare con l’ottica della sostenibilità occorre cambiarli, perché la loro miopia sarà la causa del degrado delle condizioni di vita delle future generazioni.

Fano, 09/03/2022

Il consiglio direttivo