la “LUPUS IN FABULA”

Associazione ambientalista di volontariato – onlus

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                                                                        Spett.le MINISTERO ATTIVITA’ PRODUTTIVE

                                                                                     DIREZIONE GENERALE PER LE

                                                                                     ENERGIE E RISORSE MINERARIE

                                                                                     Via Molise 2

                                                                                     00187 ROMA

 

                                                            e, p.c.             Spett.le MINISTERO DELL’AMBIENTE

 

                                                                        Preg.mo ASSESSORE ALL’AMBIENTE

                                                                                       REGIONE MARCHE

 

 

 

 

 

Oggetto: opposizione al progetto “Ulteriore Potenziamento Importazione Sud Metanodotto Foligno-

   Sestino” DN 1200 mm (48”).

 

 

   Con la presente esponiamo la nostra netta opposizione al  progetto di cui sopra, per i seguenti motivi:

 

il tracciato proposto dovrebbe attraversare aree di rilevante pregio ambientale, paesaggistico e culturale. L’impatto generale e particolare non sarebbe in alcun modo stemperato dai piani di ripristino presentati o possibili.

Alcune strette vallate eventualmente attraversate o percorse dal gasdotto presentano allo stato attuale una notevole integrità ambientale, difficilmente riscontrabile in altre aree.

La sola presenza dei cantieri comprometterebbe irreversibilmente tale stato. Questo sia sotto il profilo paesaggistico, che ecologico, che faunistico.

Il tracciato richiederebbe lo sbancamento di fondovalle e crinali costituiti per chilometri da solidi e spessi banchi di arenaria, assai estesi e continui. Nelle valli i torrenti scorrono praticamente sopra queste formazioni ed è inimmaginabile l’effetto che potrebbe avere il loro sventramento su piccola e vasta scala. Nè sarebbe possibile ricucire tali ferite su roccia compatta.

 

il tracciato previsto si insinuerebbe su alcune remote vallate, note per la loro bellezza e per la presenza di emergenze e singolarità ambientali, quali cascate, salti d’acqua, particolari formazioni rocciose e forestali ( a proposito, quanti anni occorrono per il ripristino di una foresta?). A causa della ristrettezza delle vallate, in diversi casi il tracciato  non potrebbe che coincidere con l’alveo stesso dei corsi d’acqua, costituito da solida roccia.

Ad esempio (ed è solo un esempio tra i tanti possibili) nel caso del Fosso dei Tacconi il tracciato si sovrappone inevitabilemente ad un celebre tratto di vallata, al cui centro si situa una bellissima cascata (La Gorgaccia). Nel punto in cui si trova la cascata la coincidenza della stessa e del tracciato è totale. Tale luogo è molto conosciuto tra gli escursionisti del Pesarese e non solo tra loro.

 

il tracciato andrebbe a coincidere in maniera precisa con diversi sentieri escursionistici riportati nelle carte della zona e molto utilizzati dai trekkers.

Tra l’altro, tutta l’area è stata recentemente proposta per l’istituzione di un Parco Nazionale.

 

il tracciato, già di per sé devastante con i suoi 20 mt di ampiezza e 40mt di servitù, dovrebbe essere  necessariamente integrato da un gran numero di piste e strade da costruire ex novo, per intervenire in località attualmente raggiungibili solo a piedi. A causa di questi motivi, legati alla morfologia delle zone in questione e alla loro storia, il livello di devastazione sarebbe ben superiore di quello rappresentato nelle illustrazioni allegate al progetto.

 

l’impatto psicologico di tale “opera” squalificherebbe permanentemente (ed evidentemente) intere aree, svilendone anche il valore.

 

Altrettanto negativo sarebbe l’impatto economico in un’area che sta puntando in maniera crescente al turismo. In tutta la zona sono operativi tra l’altro numerosi agriturismi, e negli ultimi anni sono stati effettuati investimenti, assai ingenti e diffusi, sia da privati che da Enti pubblici. Tale politica degli investimenti sul settore della ricettività e del turismo è tuttora in corso ed ha creato un nuovo tipo di economia accanto a quella tradizionale. Non è pensabile che tale economia debba arrestarsi per gli inevitabili effetti negativi dell’eventuale gasdotto e della stessa presenza dei cantieri.

 

 

Sulla base dei punti sopra elencati, il tracciato proposto dal progetto evidenzia una totale ignoranza delle caratteristiche territoriali, nel generale e nello specifico, e al di là delle facili relazioni di carattere geologico, sembra ricavato da osservazioni superficiali effettuate sulla carta o tutt’al più da osservazioni aree, o comunque a distanza. Non rileviamo traccia di un’indagine approfondita sul territorio, sia per quel che riguarda gli aspetti ambientali, che economici, che storico antropici.

In alternativa però, possiamo ipotizzare che sia stata al contrario eseguita un’indagine approfondita delle caratteristiche territoriali, al fine di apportare una  efficace devastazione, tanta è la definizione e la capillarità nella scelta dei siti da deturpare.

 

Ci si chiede (e si chiede) infine, se non sarebbe più saggio far  coincidere il tracciato con percorsi stradali già esistenti. Per quanto comprendiamo, il gasdotto potrebbe comodamente viaggiare accanto alla superstrada E 45, che congiunge la bassa Umbria con Cesena attraverso la  valle del Tevere. Si tratterebbe di un percorso senza dislivelli, con abbondanti materassi fluviali di facile escavazione (e ripristino). Si tratterebbe, è evidente, di siti facilmente raggiungibili per tutta la lunghezza del percorso.

Quali sono le motivazioni che spingono a scegliere un tracciato così complesso e impervio? Forse la sensazione che popolazioni montane siano meno in grado di articolare perplessità circa il reale rispetto dei propri elementari diritti?

Nel computo dei costi da sostenere nella realizzazione di tali opere, quello ambientale rappresenta per i progettisti un aspetto da considerare o è irrilevante?

 

Per quanto esposto sopra, ritenendo nella fattispecie irrealizzabili o inutili i propositi di ripristino dei siti presentati nel progetto, ci chiediamo se lo stesso non sia in contrasto con l’articolo 9 della costituzione.

 

Ribadiamo ulteriormente la nostra opposizione che, pur nel rispetto della legge, potrà assumere caratteristiche di notevole clamore, fino alla protesta civile, per affermare e ribadire quello che dovrebbe essere scontato in un paese civile, ossia il rispetto di un patrimonio che appartiene anche (e soprattutto) alle generazioni future. 

 

Al momento, a causa dell’indecente e antidemocratica procedura utilizzata per proporre tale progetto (pubblica utilità) e grazie alla quale lo stesso rimane affisso all’albo dei comuni interessati per un periodo assai ristrettissimo, non possiamo fornire documentazione fotografica, che però verrà fornita a seguito.

 

IL CONSIGLIO DIRETTIVO

 

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