Acqua: un fiume di sprechi

Un fiume di acqua filtrata, depurata, clorata, invece di finire nei bicchieri e nelle pance dei cittadini sgorga allegra da moderni irrigatori a goccia o da tubi di plastica. Un’acqua, che le analisi chimiche classificano come “medio minerale”, continua a fluire incessante dalle docce a rinfrescare le sudate membra dei bagnanti, che sempre più vedono il mare come aspetto del paesaggio e non come strumento di refrigerio. Aiuole fiorite e verdeggianti spiccano nel deserto di erba secca in mezzo a quintali di sporcizia che si accumula ai lati delle strade e che gli sfalci di questi giorni hanno messo in bella mostra, esempio di inciviltà e maleducazione di automobilisti non pensanti.Prati all’inglese, a cui nessuno chiede il permesso di soggiorno, sorridono intorno a case e ville, contenti di essere coccolati a latitudini in cui il clima non gli permetterebbe di sopravvivere.

Irrigazione di una zona agricola

In questa fiera di spreco di un bene sempre più raro nella sua integrità e sempre più prezioso, il Metauro ed altri torrenti sono ridotti a rigagnoli d’acqua, spesso inquinata dagli scarichi, con la garanzia, teorica, che quella che scorre è sufficiente al minimo vitale della vita degli abitanti del fiume.
A questa insensata gestione della risorsa idrica i sindaci di Urbino, Pesaro, Fano, Fermignano, Urbania, e forse anche altri, pensano di porre freno con ordinanze che vietano certi usi dell’acqua non collegati a scopi alimentari e consentono l’innaffiamento e il lavaggio di auto e spiazzi solo in certi giorni della settimana.
Se queste ordinanze servono solo a mettere a posto la coscenza di chi le firma è meglio non farle. Di fatto i cittadini se ne fregano altamente visto che irrigatori senza cuore e senza cervello funzionano in ogni momento del giorno e della notte ignorando non solo le ordinanze ma anche il senso civico.
Chiediamo ai sindaci, quanti controlli sono stati fatti, quante contravvenzioni sono state elevate, che opera di sensibilizzazione è stata messa in atto, al di là di qualche articolo sulla stampa, presto dimenticato.
Chiediamo alla Provincia e all’Ato se e quando saranno messe in campo politiche serie sul risparmio, sul risanamento e sul riciclo dell’acqua invece di continuare a pensare solamente a dove trovare nuove captazioni e nuovi allacci.
Il fatto di aprire un rubinetto e di trovare acqua che sgorga fa pensare che l’acqua sia una risorsa infinita. Tariffe tra le più basse d’Europa inducono a credere che l’acqua si possa usare a proprio piacimento senza badare alla quantità consumata.
Ma mentre all’acqua del servizio pubblico non viene dato alcun valore, per quella fresca nelle bottiglie di plastica sia pagano anche tre euro al litro, tre volte il prezzo della benzina: ma questo per molti è normale.
L’estate, una stagione all’insegna delle ferie e del relax, porta ad essere più allegri e superficiali, ma poi arriva l’autunno e l’inverno e allora forse toccherà cominciare a pensare a come gestire con intelligenza e lungimiranza un bene sempre più necessario e sempre più raro, per il nostro benessere e per quello delle generazioni future.
Fano, 14/8/04

Per La Lupus in Fabula
Claudio Orazi

 

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