Il futuro della cava di Gorgo a Cerbara

E' solo apparente il silenzio di questi ultimi anni attorno alla vicenda Cava di Gorgo a Cerbara, la "madre" di tutte le cave marchigiane. Il problema sta per riemergere, almeno secondo il Coordinamento delle Associazioni Ambientaliste di questa provincia. Sembra infatti che sia in fase di definizione l'ennesimo progetto di recupero. Non è passato tanto tempo da quando il Comitato di Cittadini nato a Piobbico, proprio per opporsi alla cava, faceva riunioni evidenziando anche i problemi legati alle polveri e al traffico causato dai camion. Sembra di ieri la vittoria alle ultime elezioni amministrative di quei candidati che avevano fatto della lotta contro la cava il loro cavallo di battaglia elettorale. Sembra ieri, eppure ora che la minaccia di nuovi lavori sembrava sventata si ricomincia da capo. Il WWF Marche, Legambiente circoli di Urbino e di Pesaro, La Lupus in Fabula, Argonauta, Federazione Pro Natura Marche e il Coordinamento del Montefeltro Alexander Langer, vogliono esprimere tutto il loro disappunto rispetto ad un percorso politico-amministrativo che dichiarava di voler cambiare tutto per poi non cambiare nulla ed esprimono tutta la loro contrarietà nei confronti di progetti di ripristino che di fatto non potranno mai recuperare ciò che è stato distrutto da ruspe e mine, ma che invece si potrebbero presentare, se mal formulati, come un ulteriore intervento invasivo in contesti paesaggistici ed ambientali già abbondantemente compromessi. I timori sono molteplici e attengono al possibile allargamento del fronte di cava, alla durata dei lavori ed alla quantità di materiale che verrebbe ad essere scavato visti gli enormi appetiti delle imprese di settore. Una strana situazione per una zona che dovrebbe essere vocata al turismo. Unica cosa sulla quale invece le associazioni ambientaliste potrebbero dare il loro assenso è la proposta di valorizzare a fini didattici e ricreativi l'intero sito ex cava: minimi gli impegni di spesa e massimo il vantaggio per le popolazioni locali. Del resto non si può trascurare il fatto che lasciare le cose così come stanno darebbe la possibilità alle future generazioni di "apprezzare" a pieno uno dei più brillanti esempi di come si lavorava, in questa provincia, negli anni novanta.
A questo proposito il WWF intende chiarire che nessuno è mai stato autorizzato a firmare il progetto in nome del WWF stesso, se qualcuno lo ha fatto, questo nulla ha a che vedere con l’ associazione che piuttosto sarà costretta a comunicare, nelle sedi opportune, la sua estraneità all'autorizzazione al progetto di Cava di Gorgo a Cerbara e diffidare chiunque dal collegare la realizzazione dell'opera a pareri o nulla osta rilasciati dal WWF Italia o dal WWF Marche.

Documento sottoscritto da:
WWF Marche
LEGAMBIENTE Urbino
LEGAMBIENTE Pesaro
COORDINAMENTO ALEXANDER LANGER Montefeltro
LUPUS IN FABULA
ARGONAUTA Fano
FEDERAZIONE PRO NATURA Marche

Novembre 2006

 

 

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