Emergenza canili nelle Marche

Nel colpevole immobilismo degli enti pubblici si sta di nuovo arrivando all'emergenza canili e così ancora una volta si parlerà degli effetti ma non della causa di questo problema ambientale e sociale. Quel che succede nelle Marche è paradossale: vi è una buona legge sul randagismo e sulla gestione e realizzazione dei canili ma è quasi completamente assente la sua applicazione. Le soluzioni non arrivano e i canili vanno da una emergenza all'altra, il sovraffollamento è costante e per alcuni comuni le spese diventano troppo alte: il canile Cà Lucio di Urbino ha fatto adottare quasi 300 cani nel 2006 eppure è di nuovo pieno. E' una catena che non si spezza, che qualcuno cerca di aggirare attraverso il ricorso ai canili privati che abbassano le rette giornaliere ma danno un cattivo servizio, oppure si finisce col spedire i cani fuori regione, come fossero pacchi. I problemi reali sono di due ordini diversi: il primo riguarda la prevenzione dell'abbandono e perchè dia risultati andrebbe una volta per tutte individuata la causa a monte; il secondo sta nell'organizzazione della gestione di rifugi e canili, perchè la politica dei grandi canili non funziona e gestori che non siano associazioni animaliste non garantiscono affatto la buona salute degli animali e soprattutto il loro affidamento a nuovi padroni. La Provincia di Pesaro e Urbino annualmente affigge sul territorio bei manifesti contro l'abbandono e secondo uno schema stereotipato condanna la famiglia che parte per le vacanze e si disfa dello scomodo cane; malgrado l'intento sia lodevole questo è il tipico esempio di come non sia stato focalizzato il vero problema. Quel fenomeno è generalmente metropolitano ma se guardate nei canili di questa provincia vi accorgerete facilmente che oltre l'85% dei cani sono quelli cosiddetti "da lavoro": cani da caccia o da tartufo. Per cui l'abbandono o a volte lo smarrimento è quello del cane "che non è buono", o vecchio, o malato, o "spaccato". Quelle dei cacciatori e dei tartufai sono le categorie su cui aumentare i controlli e su cui fare sensibilizzazione, poi occorrerà iniziare a parlare di cani maltrattati dai padroni, di allevamenti, di sterilizzazioni, di cani da portare negli ospizi, di cani per l'educazione dei bambini e la compagnia agli anziani.

LUPUS IN FABULA
LEGAMBIENTE URBINO

Gennaio 2007

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