Parco territoriale di Cerquetobono

Un Parco Territoriale nel Comune di Urbino. E' quanto chiede un gruppo di cittadini e quanto l'associazione Lupus in Fabula ha formalmente proposto al Sindaco di Urbino in ottemperanza col il Piano Regolatore Generale che in tempi non sospetti prevedeva che venisse istituito nella zona di Cerquetobono. In pratica un Parco Pubblico, sulla scorta di esperienza intelligenti e fortunate come il Bosco di Tecchie in Comune di Cantiano. La valorizzazione per un territorio che soffre dell'isolamento nell'immensa superficie comunale urbinate, ma che proprio grazie alla sua collocazione marginale, e grazie alle popolazioni rurali che vi abitano e vi hanno abitato, continua a custodire un paesaggio agricolo ormai rarissimo, dove ai terreni lavorati si alternano siepi, boschi, fossi d'acqua limpida e case coloniche. Qui, in questo lembo di basse colline frastagliate, a pochi chilometri da Pieve di Cagna e da Peglio, esistono strutture a vocazione turistiche, agriturismi e aziende biologiche, e persone che credono nel sano e nobile mestiere della terra, quello tradizionale, che rispetta e favorisce anche la biodiversità. Il PRG aveva già considerato e valutato queste caratteristiche diversi anni fa: ora la situazione non è cambiata, semmai è migliorata sotto l'aspetto della conservazione e dell'esclusività di aree così inalterate, mentre altre zone simili si sono piegate alle regole dell'agricoltura intensiva ed estensiva, o hanno fatto posto ai capannoni industriali. I cittadini direttamente interessati alla creazione del Parco Territoriale e la Lupus in Fabula hanno chiesto all'Amministrazione comunale di mettere in pratica i dettami del PRG avviando concretamente il progetto di regolamentazione e valorizzazione dell'area di Cerquetobono (grande circa 500 ettari), tenendo conto ovviamente degli usi tradizionali eco-compatibili e dei diritti di proprietà. Va posto come obiettivo principale il mantenimento nel tempo dell'attuale paesaggio rurale, in modo da preservarlo da sorprese di lottizzazioni, insediamenti impattanti, cave, discariche, ecc. Tuttavia il primo passo deve essere, secondo le finalità che lo stesso PRG ha attribuito al Parco Territoriale, l'istituzione di un Oasi di Protezione, quindi il Divieto di Caccia, essendo oggigiorno la pratica venatoria del tutto insostenibile e incompatibile in un tale contesto.

IL CONSIGLIO DIRETTIVO

18/03/2004

 

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