Il Comune di Urbino ha approvato l'ampliamento di Benelli Armi

Il Consiglio Comunale ha deciso per l’ampliamento della Benelli Armi, e così una industria che avrebbe dovuto allontanarsi dal centro storico patrimonio mondiale dell’umanità, non solo ci resta, con tutte le sue controversie etiche, ma addirittura si ingrandisce. Il nuovo magazzino merci sarà un mostro architettonico che farebbe svenire Piero della Francesca, ma c’è da crederci anche i rappresentanti dell’Unesco. L’autorizzazione espressa dal consiglio comunale non è stata poi chiara e netta come dice il computo finale (un solo voto contrario, del verde Chiarini), perché sono intervenuti una serie di fattori piuttosto condizionanti: a partire dalla minaccia della Benelli Armi di trasferirsi a Brescia…., per continuare con il presunto guasto che non ha consentito di visionare le immagini della struttura su grande schermo (ma solo su una fotocopia), senza calcolare l’assenza di un plastico che nessuno in effetti ha richiesto…, senza considerare la totale mancanza di riferimenti alla bioedilizia o al risparmio energetico. Anzi, per tenere sotto pressione i consiglieri c’erano operai e tecnici della Benelli Armi… Eppure ci si chiede perché non portare una fabbrica di queste dimensioni e di questo calibro nella zona industriale di Canavaccio? Più vicina alla superstrada, più lontana dal centro storico. Di conseguenza si potrebbe progettare un riutilizzo intelligente dell’area della vecchia stazione e dirottarci l’arrivo in città delle corriere, e ottenere nuovi parcheggi per le auto. Se si vuole liberare Borgo Mercatale questa sarebbe la soluzione più intelligente ed economica: altro che Santa Lucia, che sarà anche più vicina al centro ma ha dei costi veramente esagerati. D'altronde il parcheggio già funzionante lungo via della Stazione è comodo e ben servito dai bus navetta. Tuttavia, se ci si arresi così facilmente alla molto poco elegante minaccia della Benelli di trasferirsi, non resta che rileggere i passi di un celebre urbinate, Paolo Volponi (da “Cantonate di Urbino”), che di solito veniva ascoltato… “Ma quando fuori le mura, nelle colline intorno alle piantate e i filari o sopra gli scoscesi, qualche edificio o strada disturberà il gran mare del paesaggio (….) dovrete allora dire che gli urbinati sono stati cattivi, pessimi custodi della bellezza loro tramandata”.

Acqualagna, 5/10/04

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