Piste ciclabili e non piste di atterraggio

La cementificazione della pista dell’aeroporto di Fano è un ritornello che ogni tanto ritorna in auge ad opera di pochi sostenitori, che però formano una potente lobby.
Le hanno tentate tutte, hanno persino lasciato intendere che ci fossero decine di imprenditori disposti a “cacciare la grana” per potenziare una infrastruttura fondamentale, a loro dire, per lo sviluppo dell’intera provincia. Ancora stiamo aspettando che si faccia avanti il primo! Ma a dispetto di due recenti studi che evidenziano la non economicità di nuovi investimenti sullo scalo fanese, il tenace Carloni alcuni giorni fa annuncia che sarà un Ente pubblico, cioè l’E.n.a.c., a finanziare e costruire la pista in cemento. Ci vorranno ancora alcune settimane per capire se la sortita di Carloni è una “palla” di Natale o una notizia degna di fondamento, di cui i cittadini fanesi, ed in particolare gli abitanti di Sant’Orso e del Vallato, dovranno preoccuparsi. Resta il fatto che ancor prima di dimostrare con i numeri, con i dati e con seri piani industriali, a cosa servirà cementificare la pista in erba e quali conseguenze gestionali, economiche, ambientali e sanitarie avrà tale scelta sulla città di Fano, qualcuno decide che si spenderanno oltre tre milioni di euro, soldi dei contribuenti italiani. Se in questo Paese ci fosse una vera democrazia e una reale partecipazione alle scelte che determinano destini comuni, se l’informazione dei media fosse corretta, approfondita, e la maggior parte dei giornalisti facesse inchiesta invece di limitarsi a pubblicare le veline del “palazzo”, sarebbe difficile contrabbandare qualsiasi opera pubblica come indispensabile, perché accompagnata a parole come “sviluppo e crescita economica”. Ma nel caso in questione non saranno sufficienti generici slogan a dimostrare l’utilità della scelta. Restando in tema di trasporti e di sicurezza, la giunta Aguzzi dovrà spiegarci perché non si costruiscono piste ciclabili, invece di piste per aerei, visto che quasi tutti i fanesi possiedono una bici; perché non si incentiva l’intermodalità (auto/bici/bus) per ridurre il traffico urbano e l’inquinamento, che sono la causa decine di morti all’anno; perché il progetto di Parco Urbano al Campo d’aviazione è finito nel limbo e si assiste ad un incessante degrado delle aree verdi a causa di una cattiva manutenzione ed una inesistente progettazione.
Infine è necessario precisare che le associazioni, come la Lupus, che da anni si battono per il Parco e contro il potenziamento dell’Aeroporto, non sono ne organiche ne vicine a nessun partito, ma sono ben liete di aggregare vari soggetti che perseguono gli stessi obiettivi.

Il Presidente


Fano, 9/01/2009

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