Il Monte Catria e' abbandonato a se stesso

Dopo la vetrina del Giro d'Italia, così come in tanti avevano temuto, quei territori che gli amministratori avevano voluto promuovere (con ingenti somme di denaro pubblico...) sono stati da loro stessi rigettati nel limbo della gestione sommaria, superficiale e per niente programmata. Sul Catria altro che Parco, altro che valorizzazione del patrimonio turistico, boschivo, zootecnico: alla vetta gli escursionisti devono rinunciare perchè sotto la croce arrivano, infrangendo ogni regola civile e ogni legge regionale (ma chi controlla...) gente con moto-cross o con il trial. Di boschi ne vengono utilizzati solo alcuni e ipersfruttati, rasi al suolo allegramente in barba al paesaggio, agli ecosistemi forestali, al dissesto idrogeologico. Dell'allevamento resta il ricordo e il segno indelebile sui fianchi dei monti, perchè di bestiame ce n'è sempre meno e quel che c'è poggia su contributi e incentivi, e quasi tutti i cavalli del Catria finiscono al macello...


Una recente immagine della vetta del Monte Catria
Questo è un sistema di mera sopravvivenza, senza investimenti seri e senza programmazione: nessun vero progetto prima del Giro d'Italia e niente neppure dopo, ma solo tante contradizzioni: reti sentieristiche stravolte dalle ceduazioni, senza manutenzione, a volte trasformate in piste da cross; musei quasi sempre chiusi, alberghi che chiudono, borghi antichi lasciati nell'abbandono, monumenti che stanno crollando, e lo spopolamento che continua. C'è una strada, dietro l'angolo della diffidenza e dell'ignoranza, che chiede di essere percorsa: la strada che porta al Parco Nazionale, che passa per l'istituzione della Riserva Regionale del Monte Catria (in Regione è tutto pronto, se solo gli amministratori locali si dessero una mossa...), poi quella del Monte Petrano, quindi quella del Nerone e il Parco Regionale dell'Alpe della Luna. E' ora di agire: buona parte della popolazione ha finalmente compreso la validità sociale ed economica del Parco e le istituzioni di riferimento, la Regione e oggi anche il Ministero dell'Ambiente, sono pronte a fare la loro parte.

5 Giugno 2006
IL CONSIGLIO DIRETTIVO

 

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