Lettera sul Parco Territtoriale di S.Lorenzo in Cerquetobono

Al Sig. SINDACO del COMUNE di URBINO

Al Sig. ASSESSORE ALL'AMBIENTE Comune di Urbino

Al Presidente del Consiglio Comunale di Urbino


Oggetto: Parco Territoriale di San Lorenzo in Cerquetobono

PREMESSO CHE

A seguito di ripetuti appelli pervenutici da cittadini residenti o proprietari di terreni nell'area all'oggetto, questa Associazione desidera porre alla Sua attenzione la necessità di agire in direzione della reale e concreta fattibilità del progetto Parco Territoriale.

L'area in questione, dal momento della redazione e pubblicazione del Piano Regolatore Generale del Comune di Urbino, non solo ha mantenuto ma in buon misura ha migliorato alcuni aspetti paesaggistici, mentre nel contempo hanno cercato di affermarsi realtà abitativa con vocazione eco-sostenibile e turistica.

Col passare degli anni questo lembo del territorio comunale è divenuto sempre più unico e imperdibile, legato com'è all'immagine storica di ambiente rurale.

In comune di Cantiano sin dal 1986 è stato istituito il Parco Pubblico Bosco di Tecchie, con relativo regolamento, relativo comitato di gestione e commissione tecnica. Il Parco è diventato nel tempo un punto di riferimento per i naturalisti e per le scuole, senza che i cittadini abbiano visto porre nei loro confronti limitazioni a quelle tradizionali attività eco-sostenibili.


CONSIDERATO CHE

Il Piano Regolatore Generale del Comune di Urbino , all'art.18 individua l'area di San Lorenzo in Cerquetobono tra i comprensori che, in relazione ai contenuti ambientali ed alle possibilità di valorizzazione, vengono definiti Parchi Territoriali.

Lo stesso art. 18 (comma 2) precisa che il Parco suddetto comprende la parte occidentale del Comune di Urbino e occupa tutto il territorio compreso tra la vallata dell'Apsa e la provinciale per Lunano e Sassocorvaro.

Al comma 4 dell'art. 18 è deciso che all'interno del Parco potranno svolgersi le attività che non compromettono l'integrità ambientale, con particolari riferimenti alle attività agricole più eco-sostenibili, al turismo e ad ogni forma di fruizione non invasiva.

Al comma 5 dell'art. 18 si parla in modo esplicito di attività primarie a cui sono destinate tali aree e queste riguardano gli aspetti ricreativi, culturali, socio-sanitari, e l'escursionismo.


VISTO CHE

Esiste un contrasto evidente tra le finalità del Parco e l'attività venatoria che al suo interno viene svolta con continuità durante tutta la stagione di caccia.

Tale attività è esercitata nella quasi totalità dei casi da persone non residenti in loco e di questi buona parte residenti in altro comune.

A causa di tale attività il territorio di Cerquetobono si trova cosparso da strutture quali capanni e altane in metallo per gli appostamenti fissi, per nulla integrate e integrabili nel delicato paesaggio rurale-naturale esistente.

Il limite al miglioramento e alla diffusione della fauna selvatica nel Parco Territoriale di Cerquetobono è costituito essenzialmente dall'attività venatoria, e la qualità di un ambiente di campagna tradizionale non può prescindere dalla presenza di animali ad esso legato.

Sono peraltro irrilevanti i danni causati dagli animali selvatici alle colture di questa zona.

L'attività della caccia limita e in certi periodi rende assolutamente impossibile la fruizione dell'area da parte di chi volesse visitarla o semplicemente camminarci all'interno. Questo anche e soprattutto per la frequentazione del luogo da parte di una squadra di caccia al cinghiale che compie ripetute battute in braccata con cani e l'utilizzo di potenti carabine in grado, come noto, di uccidere una persona a quasi 2 km di distanza.

L'esercizio della caccia ha negli ultimi anni esasperato alcuni proprietari dei fondi e persone residenti in loco per il disturbo della quiete pubblica, per i rumori molesti, per la pericolosità per la pubblica sicurezza, per l'attraversamento e l'occupazione dei terreni di proprietà.

PERTANTO SI CHIEDE

Di avviare, per il Parco Territoriale di Cerquetobono, la redazione di un Progetto Guida e la successiva loro approvazione nei Piani Particolareggiati, come previsto dal comma 8 dell'art.18 del PRG.

Di richiedere nel frattempo, con urgenza, l'istituzione di un Oasi di Protezione che copra l'intero perimetro dell'area come individuata dal PRG.


Restiamo in attesa di riscontro e disponibili per ogni chiarimento e collaborazione.


Acqualagna 02.03.04
IL CONSIGLIO DIRETTIVO

 

 

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