Far west venatorio

La serie di tragici episodi di caccia, fra cui l’ultimo risalente a pochi giorni fa, sta provocando molto sgomento, perché ora che morti e feriti si sommano a qualcuno viene da pensare che non ci sia poi soltanto la fatalità. Di caccia si muore, ed è un
dato che trasferito su scala nazionale non lascia dubbi: una media di 45 persone decedute ogni anno negli ultimi 5 anni.

Che questi episodi ora si concentrino in provincia di Pesaro e Urbino non è per niente un caso: negli urltimi anni i cacciatori hanno avuto un tale credito da chi ne deve gestire l'attività, che il senso di impunità ha dato slancio al bracconaggio e abbassato quel grado di attenzione sempre fondamentale quando si maneggiano armi, per cui questi episodi non sono solo frutto della fatalità, ma una diretta conseguenza di scelte politiche. Oltre ai morti, anche decine e decine di episodi in cui i cacciatori si sono resi protagonisti di gravi problemi di ordine pubblico, con minacce e agressioni a comuni cittadini, che non ne sopportavano le scorribande ed i soprusi, con il risultato che alcuni hanno dovuto persino cambiare la residenza vendendo la casa di proprietà.

Sugli animali selvatici è aumentata la pressione venatoria e mai come in questi anni se ne sono uccisi così tanti, con la compiacenza di consulenti scientifici scelti con scrupolo, che gli studi sulle popolazioni li hanno abitualmente fatti fare agli stessi cacciatori. Così migliaia di caprioli sono stati abbattuti per il divertimento e la gola di pochi privilegiati, daini che, come fossero pestilenza, sono stati eradicati (cioè sterminati) in alcune zone.

Al contrario, sulla questione cinghiale, che costituisce un grande problema per le coltivazioni agricole, la Provincia nicchia e continua a voler far credere che con la caccia si risolve tutto, come se i cacciatori di cinghiale non avessero interesse a far si che la loro "preda" ci sia e che anzi sia abbondante.

Anche le uccisioni, in pochi anni, di un rarissimo lupo bianco con una tagliola e di un gatto selvatico con una fucilata, dimostrano un far-west di illegalità denunciato pubblicamente anche da alcuni cacciatori: figurarsi che persino un ufficiale della Polizia Provinciale è stato, a quanto pare, trovato a cacciare di frodo. Non si può dire che il Presidente Ucchielli abbia fatto tanto per contrastare questa situazione, ma ora cerca di dimostrare la sua sensibilità al maltrattamento sugli animali, annunciando a gran voce denunce nei confronti di chi spara sui gatti. Un fatto senz’altro paradossale!

Pesaro, 15/12/2008

 

 

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