Escursione sul Monte Acuto
24 Ottobre 2004

La faggeta nel suo classico aspetto autunnale accoglie gli escursionisti. Un soffice tappeto di foglie rende piu' piacevole il cammino.

Il rifugio "Le Gorghe" visto dal crinale del Monte Acuto: il colore bruno dei faggi contrasta con il verde dei prati

Salita sul prato lungo il crinale del Monte Acuto

A fine mattinata il calore del sole disperde le fitte nebbie che ristagnavano nelle valli. La risalita dell'aria umida lungo le pendici della montagna regala questo spettacolare controluce.
Sosta per il pranzo in vetta al Monte Acuto. Il panorama mozzafiato che si gode da lassu' non ha niente da invidiare a quello che si potrebbe vedere dall'oblo' di un aereo: la vista spazia a 360 gradi su tutta la catena appenninica.
Lo spettacolo che la Natura ci ha offerto nel corso dell'escursione, stride non poco con la triste realtà venatoria presente purtroppo su vaste zone del nostro territorio. Dopo aver lasciato l'auto a Valpiana, percorrendo il comodo sentiero che conduce a Bocca della Valle e al rifugio Mochi sembrava di esere in prima linea sul fronte di battaglia. E' un'esperienza veramente triste da descrivere e che chiunque puo' sperimentare personalmento facendo una passeggiata da quelle parti. Dai numerosi appostamenti fissi di caccia infatti (foto in alto) una serie ininterrotta di fucilate viene esplosa su qualsiasi cosa si alzi in volo e le migliaia di pallini di piombo sparati contro le prede ricadono come una pioggia al suolo e sulla testa degli escursionisti. Già, le prede: spesso si tratta di piccoli uccelli di nessun "interesse culinario" che non vengono quindi neppure recuperati dai cacciatori. E' facilissimo imbattersi nei loro numerosi cadaveri abbandonati sul prato (foto al centro e in basso).
Provare in prima persona questa esperienza è molto istruttivo e probabilmente è la strada più efficace, al di là di tante parole, per dimostrare quanto sia assurdo mantenere in vita l'attività venatoria. Se in passato essa poteva avere una senso per garantire il sostentamento della povera gente, oggi la sua sopravvivenza è mascherata sotto le spoglie di "pratica sportiva" dove, ad armi assolutamente impari, il più forte uccide il più debole per il semplice gusto di farlo.
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