COMUNICATO STAMPA

 Berlusconi ha fatto scuola.

Ormai le leggi “ad personam” non meravigliano più nessuno. Non si indigna più la sinistra, e parliamo di Sel, Rifondazione Comunista e Italia dei Valori, che sulla vicenda Xanitalia hanno finora taciuto, ma sicuramente non si preoccupa il P.D. che insieme al P.D.L. è in prima fila ha sostenere le richieste dell’imprenditore pesarese.

Ci chiediamo se lo stesso interesse ci sarebbe stato se la richiesta di una deroga specifica ad una legge regionale fosse venuta da un “pinco pallino” qualsiasi, ad es. un artigiano con pochi dipendenti e non un’impresa aderente a Confindustria con qualche centinaio di addetti.

Da Mirco Ricci al sindaco di Pesaro, da Carloni ad Acacia Scarpetti tutti si dicono solidali con le richieste di Signoretti e pronti a sostenere la sua causa, sapendo benissimo che queste richieste non rappresentano un diritto, ma una violazione a norme che alcuni di loro hanno approvato o avallato e che dovrebbero valere per tutti.

Ma la minaccia di trasferimento all’estero e la chiusura dello stabilimento, a nostro avviso semplicemente vergognosa, induce questi amministratori non alla reazione dovuta ribadendo il rispetto delle regole, ma a cercare soluzioni specifiche che possano favorire Xanitalia e permettere ciò che ad altri non è consentito.

Non comprendiamo di cosa parli Confindustria quando dice di rispettare le decisioni degli amministratori: non ci sembra sia così, anzi li tratta come se fossero suoi dipendenti, definendo pure la loro agenda di lavoro. Una moderna economia di mercato, alla quale si richiama Pagliano, dovrebbe basarsi su regole uguali per tutti, e non su scappatoie valide solo per qualcuno. Se fosse stato escluso l’Istituto dello Sportello Unico dalla L.R. 22 del  23/11/2011 “Norme in materia di riqualificazione urbana sostenibile e assetto idrogeologico…” si sarebbe vanificato il fine principale della legge che è “assicurare un’adeguata tutela del territorio regionale” e “promuovere la trasformazione urbana in termini di qualità, riducendo il consumo di suolo” (art. 1 comma 1 e 2).

Se gli amministratori locali ritengono che i Piani Regolatori non offrono le giuste opportunità di crescita delle aziende del territorio abbiano il coraggio di azzerare le previsioni di tutte le aree produttive e di concedere opportunità a chi dimostra con fatti concreti di voler investire, ma riducendo complessivamente la superficie delle aree edificabili.  Perché il consumo del suolo è una vera emergenza, di cui stiamo pagando le conseguenze già da ora, con la perdita di centinaia di ettari di terreni fertili, la rottura degli equilibri idrogeologici, la distruzione dell’identità culturale e paesaggistica di una intera regione. Le politiche miopi degli ultimi 20 anni, guidate spesso da interessi particolari, stanno dilapidando il nostro petrolio, che sono il paesaggio agricolo, gli ambienti naturali e i borghi storici. Gli amministratori che non lo hanno ancora capito è giusto che si ritirino a vita privata.

Pesaro, 19/02/2013

 

 

La Lupus in Fabula

Il V. presidente

Claudio Orazi