Ritorniamo sul tema dello STOP al consumo del territorio per chiedere al Presidente della Provincia Matteo Ricci di dimostrare di rappresentare il cambiamento non solo a parole ma nei fatti,  bocciando tutte le varianti cementificatorie varate negli ultimi mesi dal Comune di Fano, e anche dal comune di Mondolfo relativamente alla variante per la costruzione dell’Outlet.

Le recenti elezioni politiche hanno manifestato una forte esigenza di cambiamento, un rinnovamento che deve partire dalle persone e dai programmi. Non è un caso se il movimento 5 stelle diventa il primo partito in regione e in provincia.

Per arginare l’ondata di dissenso il sindaco di Pesaro Ceriscioli lancia Matteo Ricci alla sua successione.

Ma non basta avere meno di 40 anni, o inserire nei documenti programmatici frasi che si ispirano ad un nuovo modello di sviluppo se tutto continua come prima, come quando alla guida della provincia c’era Ucchielli.

Sulla gestione del territorio si gioca il futuro della provincia di Pesaro, cioè l’ambiente, l’economia, il lavoro. Servono quindi scelte chiare e coerenti con le manifestazioni di intenti. Non si può scrivere “La recente edificazione appare eccessiva ed impattante verso l’ambiente naturale o agricolo” (Piano Strategico Provincia 2020) e poi, in presenza di un PRG sovradimensionato approvato solo nel 2009 e tutto da realizzare, non imporre alla decina di varianti proposte dal comune di Fano la preventiva Valutazione Ambientale Strategica.

Persino Bersani nella sua recente intervista a “Che tempo che fa” ha affermato che “bisogna riabilitare il costruito” e “non si deve più consumare il territorio”.

Ma  non è tutto. Il Presidente dei costruttori pesaresi, Gianfranco Santilli, pochi giorni fa dichiarava sulle pagine di un quotidiano locale: “Una riconversione è necessaria” “di sicuro non si potrà più contare sul consumo del territorio, ma ci si dovrà dirigere sulla ristrutturazione. Aree da edificare non ci sono più”, “Oggi le esigenze sono cambiate…bisogna fermare l’espansione e tornare a qualificare. Il problema principale rimane la qualità dell’opera”.

Ma se questi elementari concetti, che gli ambientalisti ripetono da almeno 10 anni, li hanno capiti anche i costruttori, perché i consigli comunali continuano a sfornare varianti cementificatorie che impoveriscono tutti salvo alcuni privilegiati? Sono evidenti i legami lobbistici, se non favori personali, e l’uso del suolo come strumento di acquisizione del consenso.

Il Presidente Ricci ha quindi l’occasione, che si è lasciata sfuggire con la variante sulle aree B5, di dimostrare finalmente ai cittadini che il rinnovamento è iniziato anche nel PD. E non ci racconti che sulle varianti decidono i tecnici, perché sappiamo che non è affatto vero. Un appello alla coerenza lo lanciamo infine anche agli altri partiti della coalizione di centro sinistra che guida la Provincia, affinché non stiano a guardare un territorio che va in frantumi sotto la spinta della speculazione edilizia.

Fano, 07/03/2013