Questa la lettera-appello inviata alle autorità competenti relativa all’eremo di Valleremita nei pressi di Fabriano(AN)

OGGETTO: PROGETTO DI “RECUPERO E RIPRISTINO DEL COMPLESSO MONUMENTALE EREMO DEL SASSO IN LOCALITA’ VALLEREMITA DI FABRIANO (AN)” PER LA TRASFORMAZIONE DEL COMPLESSO CONVENTUALE DI S. MARIA DI VAL DI SASSO IN CENTRO POLIFUNZIONALE ATTREZZATO.

Spettabili Autorità,
le sottoscritte Associazioni Culturali, Naturalistiche ed Ambientali della Regione Marche, ritengono opportuno rinnovare la propria posizione rispetto alla realizzazione del progetto di “recupero e ripristino del complesso monumentale Eremo del Sasso in località Valleremita”, nel Comune di Fabriano, in continuità con le precedenti nostre comunicazioni del 19 febbraio 2011, 27 maggio 2011, 15 giugno 2011, 22 ottobre 2011

PREMESSA
L’azione delle scriventi associazioni culturali ed ambientaliste marchigiane ha prodotto un primo importante risultato con il ridimensionamento del progetto di trasformazione  in centro polifunzionale attrezzato, dell’eremo di Santa Maria in Val di Sasso a Valleremita di Fabriano.

Infatti, nella seconda metà del 2011, la Soprintendenza è intervenuta con decisione sul progetto iniziale approvato dalla Regione Marche e lo ha modificato significativamente accogliendo molte delle motivate osservazioni avanzate dalle scriventi Associazioni.

In merito esprimiamo apprezzamento per l’intervento della Soprintendenza entro i limiti dei propri compiti istituzionali, a fronte di una determinazione politico-amministrativa avulsa rispetto al contesto di intervento ed alla coerente vocazione del luogo.

Il nuovo progetto, ridimensionato e migliorato in alcuni aspetti, è stato approvato dalla Regione Marche in data 25 gennaio 2012.

Inoltre, la richiesta di affidare la direzione dei lavori a soggetti dotati di specifiche competenze ha indotto la Giunta Regionale, con delibera n. 77 del 30 gennaio 2012, a convenzionarsi per tale incarico con la stessa Soprintendenza ai Beni Culturali e Paesaggistici; ciò rappresenta un’ indubbia garanzia sulla corretta esecuzione dei lavori, già oggetto nel corso del 2011 di sequestro del cantiere a carico della ditta appaltatrice, per alcuni abusi riscontrati dalla Guardia Forestale.

 

LO SPIRITO DEI LUOGHI
Il nuovo progetto, modificato sulla base delle indicazioni e delle prescrizioni impartite dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali accoglie, come si diceva, molte delle osservazioni espresse dalle scriventi associazioni, soprattutto in relazione alla coerenza architettonica, all’uso dei materiali e alla conservazione e valorizzazione dei reperti archeologici; purtroppo in misura minore per quanto riguarda la riduzione dei volumi edificabili.

Restano perciò aperte alcune importanti questioni di fondo, a partire dalle funzioni improprie assegnate al luogo, sulle quali è necessario riportare l’attenzione delle Istituzioni competenti in indirizzo.

Infatti l’idea di realizzare un “centro polifunzionale” e soprattutto un’ auditorium seminterrato, a nostro avviso, contrastano fortemente con l’identità originaria di un luogo dalla pregnante connotazione spirituale, destinato tradizionalmente alla vita di comunità religiose a carattere eremitico.

La reale conservazione e valorizzazione di questa risorsa storico-culturale e spirituale comporta necessariamente un suo utilizzo appropriato e sobrio, consentendo l’accesso di ospiti e visitatori nel quadro di un più aggiornato uso del complesso per finalità culturali e religiose, ma escludendo ogni inadeguata e strumentale attività convegnistica o turistica di massa, peraltro del tutto estranea ad una fruizione escursionistica consona ad un’ area naturalistica protetta.

Di conseguenza non comprendiamo e non condividiamo la realizzazione dell’auditorium seminterrato che, oltre a modificare inevitabilmente le caratteristiche fisico-morfologiche del luogo, comporta un rilevante impatto ambientale che contrasta apertamente con l’intenzione dichiarata di “non alterare lo stretto rapporto con l’ambiente naturale circostante”.

L’edificazione della parte seminterrata per fini convegnistici (o altro) presuppone afflussi in tempi circoscritti di un numero alto di visitatori e fruitori che potrebbero richiedere modifiche importanti degli spazi per l’accesso e la sosta di autoveicoli. Il vecchio progetto prevedeva infatti al riguardo la realizzazione di una nuova strada su un precedente sentiero e tre parcheggi esterni, elementi tutti non conciliabili con il basso impatto ambientale e antropico richiesto dalla tutela del contesto naturalistico e dei relativi valori ambientali riconosciuti anche a livello europeo (zona SIC e ZPS).

Nel nuovo progetto – dei proponenti – non si fa menzione di questi interventi di modifica dell’ambiente, il che non significa necessariamente la rinuncia alla loro realizzazione, facendo sospettare l’intenzione di un rinvio a fasi e varianti successive, che rischiano di essere sottratte a qualsiasi controllo.

CONCLUSIONI

Confermando qui che il corretto approccio progettuale sia quello di realizzare un effettivo risanamento conservativo dell’eremo, congiuntamente ad una rigorosa tutela del contesto naturale, senza ampliamenti volumetrici e cambi di destinazione d’uso, ribadiamo

  1. la nostra opposizione allo snaturamento dei caratteri originari del luogo tramite l’attribuzione di finalità convegnistiche o genericamente turistiche che comportino grandi afflussi di persone non compatibili con l’identità storica e la valenza ambientale del luogo. Più specificatamente ribadiamo l’opposizione alla realizzazione dell’auditorium seminterrato, di cui non si ravvisa la necessità, essendo del tutto estraneo alle finalità del luogo
  2. la nostra opposizione alla realizzazione di strade e parcheggi a ridosso del monastero e dello sperone roccioso , con richiesta esplicita che il progetto includa le soluzioni ideate per far fronte a queste eventuali necessità, affinché sugli stessi interventi gli organi deputati, in primis la Sovrintendenza, e le associazioni di opinione, possano esprimere le loro approfondite valutazioni;
  3. la nostra richiesta, sotto l’aspetto ambientale, di annullamento dell’intervento per evidenti vizi di procedura per l’assenza della Valutazione di Incidenza del progetto, a nostro parere obbligatoria ai sensi delle normative europee e nazionali, in quanto il territorio in cui sorge il complesso monastico fa parte di un SIC (Sito di Interesse Comunitario) ed è in parte compreso nella Zona di Protezione Speciale del Monte Gioco del Pallone e nell’Oasi di Protezione della Fauna “Alto Esino”;
  4. la nostra richiesta di rescissione del contratto stipulato con la ditta aggiudicataria del vecchio progetto che risulta essere stata denunciata per i reati di violazione delle norme paesistiche ambientali, danneggiamento del patrimonio storico e deturpamento di bellezze naturali
  5. la nostra richiesta di verificare le responsabilità anche omissive, alla Magistratura ordinaria e contabile, per i danni apportati al patrimonio tutelato dalle azioni di cui al punto precedente n.4, sia di natura storico artistica che ambientale, nonché di verificare la regolarità delle procedure finora adottate da tutti i soggetti interessati, con riserva da parte delle Associazioni Onlus sottoscriventi di costituzione di parte civile quali enti esponenziali degli interessi e diritti di settore ex art. 91 c.p.p., con ogni riserva di esercitare ogni facoltà e diritto discendente da tale qualificazione.

 

Si prende atto infine di come sino ad ora, tra le Istituzioni Pubbliche interessate, solo il Ministero dell’Ambiente, il Ministero dei Beni Culturali, tramite la Soprintendenza Archeologica ed in particolare la Soprintendenza ai Beni Culturali e Paesaggistici e il Corpo Forestale dello Stato, abbiano svolto un importante ruolo di presenza a difesa dei beni comuni culturali ed ambientali, tutelati dalla Costituzione Repubblicana.

Del tutto latitanti, in sede di comunicazione pubblica e di richiesti chiarimenti nei confronti della pubblica opinione, sono stati gli enti locali responsabili e attuatori del progetto, in primis la promotrice Regione Marche.

Con i più distinti saluti.

FIRMATO :

ITALIA NOSTRA MARCHE                     FEDERAZIONE PRO NATURA MARCHE

ASS.“TERRA MATER”                                               WWF MARCHE

LEGAMBIENTE MARCHE                       COMITATO TERRITORIO SOSTENIBILE

FORUM PAESAGGIO MARCHE                                LA LUPUS IN FABULA

GRUPPI ARCHEOLOGICI D’ITALIA

Gruppo Appennino Umbro Marchigiano

per tutti firma il prof. Giovanni Bambozzi, Presidente del Consiglio Regionale Marche dell’Associazione Italia Nostra Onlus.

Prof. Giovanni Bambozzi

 

 

Ancona, 1 settembre 2012