In un commento riferito alla Sanità Regionale ed alla scelta di un nuovo Ospedale per Fano-Pesaro, pochi giorni fa l’Assessore regionale Mezzolani (PD) si domandava: “Se non siamo noi a guardare al futuro piuttosto che al passato qual è la differenza tra noi ed il centrodestra?”.
Nessuna! La risposta alla sua domanda è: nessuna differenza.
Ce ne accorgiamo ogni giorno nella provincia Pesaro ed Urbino soprattutto, ma non solo, per le vicende urbanistiche. Varianti come Xanitalia, Selva Grossa, a Pesaro, Outlet a Marotta di Mondolfo, Ex Zuccherificio a Fano, Terme di Carignano tra Fano e Pesaro, dimostrano come non ci sia differenza tra le Giunte di diverso “colore” che amministrano i territori. Tutte sono orientate a favorire interessi particolari, specialmente quelli di grossi imprenditori, e se ne fregano del bene comune, della salvaguardia del territorio, del paesaggio e dell’ambiente.
Altro esempio eclatante sono le modifiche al Piano Casa della Regione Marche, votate il 14/12 da uno schieramento trasversale che parte dal PD fino a tutto il PDL.
Da Viventi (UDC) a Ricci (PD) a Massi (PDL) a Pieroni (PSI) ad Acacia Scarpetti (IDV) è tutto un coro di entusiasmi per aver eliminato vincoli, autorizzato interventi in deroga ai P.R.G. al P.A.I. al P.P.A.R. ai regolamenti edilizi, aver ridotto gli obblighi di efficienza energetica, ed aver esteso i termini per la presentazione delle domande. L’ennesima aggressione al territorio viene giustificata con la necessità di ridare slancio al settore edile, con la volontà di superare le impostazioni ideologiche (date dai troppi vincoli ambientali e urbanistici), ed evitare nuove costruzioni in territori “vergini”.
Ovviamente non c’è nulla di vero, ma d’altronde l’edilizia e le grandi infrastrutture sono i principali settori con cui partiti possono facilmente ottenere consensi e trovare ancora risorse con cui finanziare costosissime campagne elettorali.
Quindi da domani si potrà ampliare del 20% ogni singola unità abitativa e non più solo l’edificio,con possibilità di superare il limite del 200mc (60 mq) per gli edifici residenziali, i 400 mq quelli non residenziali e i 100 mq per la sopraelevazione di questi ultimi. L’altezza media utile sarà diminuita da 2,7 a 2,4 metri, e saranno ridotti gli obblighi di efficienza energetica. Saranno ammessi interventi anche negli ambiti di tutela integrale del Piano Paesistico Ambientale Regionale (PPAR), come es. i centri storici, cioè nelle aree a più alto valore paesaggistico.
Saranno permessi ampliamenti nella fascia di territorio inondabile in zone già ad elevato rischio idrogeologico e sarà data la possibilità agli edifici residenziali in zona agricola
di cambiarne la forma architettonica, modificarne la sagoma e addirittura spostarne l’area di sedime originaria.
Questa legge fa uno sberleffo alla programmazione urbanistica e al paesaggio, ignora la sicurezza dei cittadini e se ne frega del loro benessere fisico.
Solo Verdi, Sel e Federazione della Sinistra si sono opposte alle politiche di sfascio del territorio dell’alleanza bipartisan tra destra e sinistra, passando per il centro.
Il partito unico del cemento è virtualmente nato.

Federica Tesini – ITALIA NOSTRA – Pesaro

Claudio Orazi – LA LUPUS IN FABULA